Finaz
Cicatrici

2021, Rivertale Productions
Rock

"Cicatrici" è una carrellata di suoni, di immagini e di sapori che ci portano in viaggio per il mondo. 
Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 21/08/21

Finaz, co-fondatore e chitarrista della Bandabardò, torna in pista col suo terzo lavoro solista in studio dopo "Guitar Solo" (2012) e "GuitaRevolution" (2016). Un lavoro ambizioso e poliedrico, frutto non solo della sua importante qualità tecnica e sperimentale, ma anche delle esperienze vissute in prima persona, dai viaggi ai ricordi, cicatrici vive di una vita.

Si intitola proprio così questo album: "Cicatrici". Finaz e la sua chitarra tessono trame, corrono, si trasformano e ritornano sé stessi, giocano divertendosi e, a tratti, si dilatano in panorami sonori che commuovono. "Cicatrici" è una montagna russa di idee e suoni. Spiazzante la title-track, un brano impattante volutamente posto immediatamente in apertura: una ballad scarna dalle sonorità "jazzy" con la voce di Petra Magoni (co-autrice del brano) che mette sul tavolo la carta dell'emotività. Finaz alterna brani cantati a pezzi strumentali, giocando con la sperimentazione sonora, utilizzando semplici espedienti per trasportarci in diversi scenari. Ci si ritrova ora in un capriccio alla Paganini ("Piccola Sonata", in cui fa vibrare una penna biro intinta nella pece greca tra le corse), ora tra le highway americane ("Mojave Song" e "Hotel K" che lui dedica - senza nominarlo - all'amico Erriquez durante i suoi show dal vivo), ora nell'Africa nera ("Bambaya", ispirata da un wedding rite a cui Finaz prese parte di persona durante un viaggio, e suonata incastrando un biglietto da visita tra le corde all'altezza del ponte della chitarra). Lo strumento diventa l'elemento sacrificale del disco, suonando come un'orchestra di violini, un organo, una tribù percussiva o un clavicembalo. In questo strumento risiede la lungimiranza artistica di un chitarrista eclettico, curioso, tecnicamente dotato, il cui talento si presta anche a una serie di brani a cui lui stesso dà la voce (il roots-blues "Heart of Stone" in duetto col texano Alex Ruiz, i divertenti eco folk e reggae di "Just Like Always") o a cover inaspettate che lui rielabora col massimo rispetto ("Tu si' na cosa grande" di Modugno e "I Want You" di Tom Waits).
 
"Cicatrici" è una carrellata di suoni, di immagini e - perché no - di sapori che ci portano in viaggio per il mondo, ad alleviare quelle ferite che la vita, anche in silenzio, ci procura di continuo e, a sua volta, spesso grazie ad una sola chitarra, ci dà l'opportunità di far risanare.




01. Cicatrici (feat. Petra Magoni)
02. Piccola Sonata
03. Heart Of Stone (feat. Alex Ruiz)
04. Hotel K
05. Just Like Always
06. Mojave Song
07. Bambaya
08. Tu Sì ‘Na Cosa Grande
09. Follow Your Mind
10. I Want You
11. Marrakech Moon (feat. Sara Piolanti)
12. Dici che non è amore (feat. Giambattista Galli)
13. Mozartiana
14. The String Theory

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