Fat Freddy's Drop
Blackbird

2013, !K7 Records
Reggae/Elettronica

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 08/07/13

Quale periodo migliore di questo per godersi un antipasto fresco e senza troppe pretese? No, non stiamo parlando di un ipotetico “prosciutto e melone” ma di una proposta musicale che sa garantire la stessa freschezza della suddetta cibaria. Stiamo parlando dei Fat Freddy’s Drop, arrivati con questo “Blackbird” (suvvia non siate superstiziosi!) al terzo album, traguardo tanto atteso quanto temuto da ogni band. Il loro debutto "Based On A True Story" gettava le basi per un sound caratterizzato da beat reggae, respiri jazz/soul e visioni funky che altro non erano se non la futura trasformazione della band che oggi sottoponiamo al nostro ascolto.

 

Più che ad una band, i Fat Freddy’s Drop assomigliano ad una grande famiglia (ben sette, infatti, i musicisti coinvolti - ma duranti i live la formazione si estende ad improvvisazioni ben più vaste) che viaggia dentro un vecchio pulmino della Volkswagen boccheggiando per il caldo e beffandosi tra loro dei ridicoli cappelli impagliati. La storia è un po’ diversa, questo settetto ha fatto un po’ di strada dalla città natia di Wellington e negli ultimi anni, acclamato e sorretto da concerti sold out e tra un passaparola e l’altro ha guadagnato una leggera ma stabile popolarità. Trombe, tromboni, sax, campionatori e tastiere acquose e reggae-ggianti i Nostri circondano la voce del talentuoso Joe Dukie che ben si difende con linee vocali mai troppo soft o sfiancate bensì sempre incisive ed in primo piano (opera di una produzione che sicuramente mira ad esaltare al massimo l’interpretazione). Si passa dai momenti in pieno jungle-style dell’ottima title-track alle scanzonate atmosfere soul di “Clean The House”, che con una vena spigliata quanto radiofonica fa dimenticare il mediocre singolo “Silver and Gold”. Ascoltando “Bohannon”, invece, sentiamo il bisogno di ricercare qualche paragone musicale, ed è un’inaspettata intro in stile Michael Jackson a venirci incontro...

 

Ma bando alle ciance, potremmo benissimo dire che ad ascolto concluso quello che rimane è un’assoluta freschezza, adatta alla calda estate che stenta ancora ad avvolgerci completamente. Prendete la vostra donna, portatela al mare, mettete su questo disco tra la sabbia e godetevi una sana tintarella... Chissà, magari al posto dell’omino del cocco vi farà visita il signor “vendo prosciutto & melone”.





01. Blackbird
02. Russia
03. Clean The House
04. Silver And Gold
05. Bones
06. Soldier
07. Never Moving
08. Mother Mother
09. Bohannon

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool