Epica
The Quantum Enigma

2014, Nuclear Blast
Symphonic Metal

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 23/04/14

Che agli Epica servisse una scossa, un deciso rimettersi in gioco, era stato reso lampante dallo scialbo "Requiem For The Indifferent", release che andava quieta quieta a inserirsi nel decadente universo di uscite symphonic metal a mezza via tra il ridicolo e l'inutile. E lo ammetteremo, siamo giunti all'ascolto di "The Quantum Enigma" abbastanza prevenuti, con quella copertina quasi da denuncia, con quei titoli che facevano già presagire il solito magniloquente pippone sci-fi come concept, ma soprattutto con quel singolo, "The Essence Of Silence", ben deciso - ripieno com'è di simil-operismi, growl mediamente inespressivi e pesantissimi, pedantissimi cori - ad annunciare in gran pompa che arriverà di tutto, meno che un provvidenziale cambio di passo.

Intendiamoci, lamentarsi dei cori in un album di questo genere sarebbe come ordinare un risotto alla milanese e chiedere al cameriere spiegazioni sul perché sia giallo, siamo perfettamente d'accordo; d'altro canto, non è nemmeno accettabile come il mastermind della band olandese, Mark Jansen, resti tanto integralista nella sua decisione d'abusare di soluzioni ormai fuori moda da eoni, e di abbarbicarsi ad anacronistiche composizioni orchestrali che non fanno più spalancare la bocca per lo stupore, ma soltanto per un ininterrotto loop di sbadigli. E quando si prova ad osare, lo si fa nella direzione sbagliata, seguendo quella specie di effetto Revamp che, a volte complicando più che mai le linee di chitarra, altre imbottendo le partiture di decine e decine di stratificazioni, porta sempre a uno stesso risultato: la retrocessione in secondo, terzo piano delle parti più dolci della Simons (alcuni ritornelli, come quello di "Victims Of Contingency", avrebbero meritato miglior destino), lo spostamento del focus ovunque tranne che sulle melodie, tanto che paiono proprio queste ultime, nell'album, una sgomitante intrusione in mezzo a deliri di megalomania strumentale.

Intuizioni realmente pregiate, come le linee vocali di "Canvas Of Life", o le liquide e avvolgenti tastiere su cui è costruito il ritornello di "The Second Stone", sono così incastonate in un quadro d'insieme assurdo, disastroso. Talmente cervellotico da essere del tutto sprovvisto di una qualsiasi attrattiva immediata e da risultare del tutto incomprensibile a un ascolto appena appena distratto, a dispetto del suo titolo "The Quantum Enigma" lascia, una volta studiato a fondo, due assolute certezze. Che di capolavori come "Tides Of Time", purtroppo, potrà fregiarsi soltanto il passato. E che gli staccati strumentali e il caotico avvilupparsi dei brani è sempre lo stesso - soltanto più pasticciato - dagli ormai distanti tempi di "Chasing The Dragon". Varrà mai la pena di dedicargli settanta minuti per giungere a queste desolanti conclusioni? Siamo sicuri che abbiate a disposizione tutti gli indizi per intuire la nostra risposta.




01. Originem
02. The Second Stone
03. The Essence Of Silence
04. Victims Of Contingency
05. Sense Withoug Sanity - The Impervious Code
06. Unchain Utopia
07. The Fifth Guardian - Interlude
08. Chemical Insomnia
09. Reverence - Living In The Heart
10. Omen - The Ghoulish Malady
11. Canvas Of Life
12. Natural Corruption
13. The Quantum Enigma - Kingdom Of Heaven Part II

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