Il leitmotiv del concerto, oltre che quello del disco d'esordio, è quello di riportare anche sul palco la vera essenza del rock'n'roll: l'intento di Phil Collen è riscoprire le radici del rock e della sua stessa carriera musicale, culminata nei grandi successi coi Def Leppard. L'artista, sempre contraddistinto da grande versatilità e volontà di sperimentazione, che l'aveva portato anche ad abbracciare l'indie rock nel progetto ManRaze, sceglie per l'occasione di tornare indietro a dove tutto è iniziato, ovvero al blues e al rock'n'roll dei sixties, rivisitato però in chiave più moderna, al fine di renderlo accessibile ad un pubblico ormai quasi del tutto ignaro di ciò che è stato.
La "missione" dei Delta Deep venne svelata dallo stesso Collen nel 2012, al principio della sua nuova avventura, con queste parole: "il blues è stato creato da qualcosa di completamente diverso da ciò che possiamo ascoltare oggi. Sono cresciuto ascoltando musica rock, ma poi ho scoperto che era basata sul blues. Jimmy Page, Hendrix, tutti questi ragazzi si sono ispirati al blues. I musicisti di oggi non hanno la possibilità di conoscere le origini di tutto. C'è un tipo di stile blues, ma non è davvero musica blues. A me non sembra di sentire questo genere finché non torno al passato, e ascolto della vera musica"
Il disco ci svela, lungo tutta la sua durata, un concerto coinvolgente, che scorre piacevolmente anche grazie alla durata limitata dei brani: spicca in primis la voce roca, da vero bluesman, di Blackwell-Cook, che dimostra la sua versatilità sfoderando un timbro graffiato che ricorda a tratti quello di Jeff Keith dei Tesla. Con un frontman sempre pronto a esibirsi e ad incitare la folla, non poteva mancare un Phil Collen davvero ispirato alle sei corde, tanto da non risparmiarsi i consueti virtuosismi chitarristici, forse a volte un po' troppo fine a se stessi, ma che svolgono appieno la loro funzione scenografica.
Si parte con la cover di "Black Dog" degli Zeppelin, e non potrebbe esservi inizio migliore, ma non è questo l'unico omaggio tributato dai Delta ai maestri del rock: un altro grande pezzo è infatti la rivisitazione di "Mistreated" dei Deep Purple (già presente nel disco d'esordio), oltre che il riuscito medley di "Burnt Sally/Rock Me Baby".
Tra le riproposizioni dei pezzi del primo album, spiccano per freschezza ed orecchiabilità le songs più rock'n'roll style, come "Miss Me", "Treat Her Like Candy"e "Private Number", mentre altri brani contaminano con successo il blues con l'hard rock dei Def Leppard, dando origine ad un ibrido riuscito: tra questi spiccano "Bang The Lid", "Whiskey" o " Black Coffee".
"East Coast Live" è un album che suona dannatamente sporco e sincero; forse la produzione non sarà perfetta, ma in tutte le tracce si percepisce distintamente il sudore e la passione del vero blues rock d'annata. E in fin dei conti, come dicevano gli Stones "It's only rock'n'roll, but I like it!" Da ascoltare per un piacevole, nostalgico tuffo negli anni '60.