A causa dell'incarcerazione del frontman del gruppo Jon Nödtveidt, l'extreme metal svedese che militava nel panorama musicale metal negli anni '90 riappare dopo undici anni di inattività con Reinkaos, nel 2006.
Composto da undici tracce, è considerato un capolavoro delle arti oscure, ricco di riferimenti satanisti che si troveranno manifesti soprattutto nelle liriche di “Black Dragon”, pezzo di punta dell'album, nel quale una voce femminile di background intona “Tohu Tehom Theli Than.. Leviathan.. Tanin'iver.. Taninsam!”.
Molti dei loro fan si sentono esaltati dal ritorno della band, ma non sembrano poi gradire in toto la nuova produzione. Troppo attaccati all'old school dello swedish metal di “The Somberlain” (1993), primo debutto dei Dissection e al connubio tra black metal e melodic death metal di “Storm of the Light's Bane” (1995). Nonostante ciò, raccoglie molti consensi grazie ai riffs incredibili e alla voce graffiante di Jon Nödtveidt, ai groove tempestati di trame heavy rock e metal che personalizzano e firmano un nuovo modo di esprimere le tenebre, il fuoco e la ferocia di un trascorso dentro le sbarre.
Inaugurati da un intro strumentale ricco di arpeggi e note di dinastia nordica, pezzi come “Beyond the Horizon” e “Starless Aeon” ci deliziano l'ascolto con un guitar work ben calibrato e di natura molto introspettiva, due tracce che lasciano riaffiorare nella mente la nostalgia di un passato firmato Dissection. Da episodi come “Black Dragon” o “Dark Mother Divine” fondamentalmente ci si aspettava più, ma comunque il Nödtveidt caccia via la sua voce esilarante che conquista l'ascoltatore grazie anche alla sua chitarra stridente, producendo soli virtuosi. Si continua con “Xeper-i-Set” , la più metal ed estrema dell'album, che prepara l'orecchio alla ricerca di un break melodico strumentale ben costruito ed arpeggiato, “Chaosophia”, che svanisce in una manciata di secondi preparando la strada a quella che sarà “God of Forbidden Light”, leggermente lenta e ridondante. Grande la performance per la chitarra solista in “Reinkaos”, omonima al titolo dell'album, per poi tornare a tavoletta con le percussioni di “Internal Fire”, melodica ed aggressiva al punto giusto. Come ciliegina sulla torta, “Maha Kali”, presentata anche con l'extended play, nella quale il frontman viene affiancato vocalmente da una figura femminile, nello stesso stile di “Black Dragon”.
Ascoltare per credere. Hail Dissection!