Le sorprese però non sono finite qui, i ragazzi in questione si sono cimentati in un concept album, con tanto di storyline ed interlude vari. Il poco tempo infrapposto tra le pubblicazioni della band potrebbe suggerirci erroneamente che il lavoro sia superficiale nella concezione; al contrario il disco si presenta durante l'ascolto piuttosto scorrevole, le track si susseguono discretamente, con vari middle ad infarcire la linea narrativa e donare colorito, come l'intro "Prologue 8389 A.D." o la mediana "Interlude: Funeral of the Youth". Il tutto viene condito da un buon apporto chitarristico proveniente dai due musicisti alle sei corde: Timo Pfluger e Tobias Eurich. I due ragazzotti ci sorprendono, i loro fraseggi sono aggressivi e tenaci, ma anche espressivi e mai scontati. Una dimostrazione di tali caratteristiche è fornita principalmente da pezzi come "Under Fire" e "Iconic Failure".
Non siamo innanzi ad un capolavoro del genere, questo è fuor di dubbio, ma se ci eravamo avvicinati con aria titubante non ci resta che notare l'ispirazione alla base della release e il buon lavoro di fondo in fase di costruzione; del resto la matrice dei pezzi è d'impronta davvero varia come nei casi delle due title-track e la melodica e complessa "Brilliant White Lies". Alcune tracce presentano passaggi musicali interessanti, l'album è ben concepito, ma probabilmente manca quel qualcosa in più per permettere il salto di qualità dell'intera opera. Il buon Stefan Zörner dietro il microfono risulta piuttosto valido, l'aggressività del cantato è quella giusta, ha personalità da vendere sebbene ogni tanto sembri andare in difficoltà sui passaggi alti: in sostanza buona interpretazione, ma esecuzione non sempre pulitissima.
Ritornando al concetto di partenza il gruppo ha dimostrato di avere delle discrete capacità, ora bisogna soltanto crescere e maturare: "Dreamworld Collapse" deve essere un punto di partenza e non di arrivo.