Dario Mollo's Crossbones
Rock The Cradle

2016, Frontiers Music
Hard&Heavy

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 13/12/16

Articolo a cura di Simone Muzzoni 

 

Ritorno improvviso sulla scena rock per Dario Mollo, guitar hero nostrano proveniente da Ventimiglia (Liguria), insieme ad i suoi Crossbones, band hard&heavy attiva fin dal 1981. Il debutto su disco è avvenuto solo nell'89, la cui ristampa in questo stesso 2016 ha preceduto di poco la release di questo secondo capitolo.


Nonostante il primo album omonimo avesse ottenuto un buon successo di critica e pubblico, grazie anche alla partecipazione alle tastiere di Don Airey (con all'attivo una miriade di partecipazioni con artisti di rilievo, tra cui Black Sabbath, Deep Purple, Rainbow, Judas Priest, Ozzy Osbourne ecc.), Mollo abbandonò quasi subito il progetto, per aprire un proprio studio di registrazioni (Damage, Inc), in cui collaborò con altri esponenti della scena metal made in Italy (tra cui Lacuna Coil ed Aldo Giuntini), in qualità di produttore ed ingegnere del suono.
A fine anni '90, tuttavia, il chitarrista tornò a produrre musica, grazie alla cooperazione e con due mostri sacri della scena hard rock, ovvero Tony Martin (ex singer dei Black Sabbath periodo Headless Cross, con cui registrò tre 'The Cage" tra il '99 e il 2012), e Glenn Hughes dei Deep Purple, con cui diede alla luce altri tre album sotto il nome di Vodoo Hill.


E qui arriviamo al 2016, alla firma con la Frontiers Records e alla decisione di Mollo di rimettere insieme la sua creatura originaria, nonostante sia rimasto il solo Ezio Secomandi alla battera della prima line-up. Ma la continuità con l'esordio è assicurata anche dal tastierista Dario Piatti (con la benedizione di nientemeno che l'ex Don Airey) mentre al microfono Giorgio Veronesi è rimpiazzato da Carl Sentance, interprete dotato e con 20 anni di carriera alle spalle, in bands quali Krokus e Nazareth.
"Rock The Cradle" tenta, fin dalle prime note, di riportarci indietro ad un certo tipo di heavy metal old-style, influenzato dalle varie collaborazioni di Mollo con le top bands del genere: si parte in quarta con "Red", hard rock scoppiettante sorretto da eleganti trame chitarristiche e dalla voce cristallina di Sentance; ma le successive "Take Me High" e "Navigation" accelerano ancora il tono, proponendoci delle cavalcate di puro heavy ottantiano in pieno stile Black Sabbath.
Giunti a metà disco, si rimescolano decisamente le carte in tavola con la title track, canzone enigmatica che parte con un tappeto di tastiere alla Deep Purple sorretto da riff rocciosi, per sfociare in un ritornello che mescola parti elettroniche, quasi in stile industrial e nu metal, risultando essere il pezzo più originale dell'album, ma forse non del tutto riuscito nel suo coraggioso inserto di elementi tanto eterogenei. A questo punto rallentano i ritmi per introdurre la prima ed unica ballata dell'album, "Gates Of Time", tenuta in piedi da arpeggi delicati ed una prova vocale molto sentita e carismatica del cantante, nonostante sia penalizzata da una durata forse eccessiva (oltre i 6 minuti), e da un chorus non convincente fino in fondo.
Da qui alla fine, il disco ha il demerito di scivolare in un paio di episodi più scialbi e dalla minore personalità, nonostante verso il finale i ritmi si facciano nuovamente più spinti e trascinanti, grazie al gusto nei solos di Mollo nelle conclusive "Speed" e "Fright", con quest'ultima che colpisce in particolare per il suo incedere epico molto "Blackmoriano", portandoci più che degnamente alla conclusione.


Il ritorno dei Crossbones di Dario Mollo, dopo quasi 30 anni di silenzio, ci regala alla fine un'ora di piacevole hard&heavy, catapultandoci direttamente in un'epoca lontana, grazie all'abilità tecnica e melodica del chitarrista rimasta immutata nonostante gli anni trascorsi e mai preponderante sugli altri strumentisti o fine a sé stessa. Il disco risulta essere decisamente godibile e di qualità, tanto per i nostalgici di tali sonorità che per quelli che aspettavano una ventata di freschezza nello spento panorama heavy italiano, augurandoci che i Crossbones diano seguito ai molti brillanti spunti già tracciati in questo disco.





01.Red
02.Take Me High
03.Navigation
04.Rock The Cradle
05.Gates Of Time
06.I Got This Feeling
07.In My Blood
08.Running From The Shadow
09.Speed
10.Fright

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