Ministri
Cultura Generale

2015, Warner Music Italy
Rock

I Ministri si affermano come una delle più importanti realtà musicali italiane
Recensione di Francesco Benvenuto - Pubblicata in data: 22/09/15

Tra le diverse realtà musicali italiane possiamo di certo inserire la band meneghina dei Ministri.Davide Auteliano, Federico Dragogna e Michele Esposito sono tornati sulle scene con il loro quinto album studio "Cultura Generale", sèguito del precedente "Per un Passato Migliore" uscito nell'ormai lontano 2013. Negli anni i Ministri sono stati abili nel non perdere la loro personalità, che li ha portati ad alternare spesso rilassanti ballate a brani molto più graffianti, come le ormai note "Il Bel Canto" o "Mammut".


"Cultura Generale" prosegue su questa scia, presentando al suo interno un ben combinato mix di chitarre elettriche ed acustiche che garantiscono una varietà tonale in grado di rendere l'album una continua sorpresa. Ci si lascia subito travolgere dall'energia tipica dei Ministri, quella che ti spinge a cantare dalla prima all'ultima canzone; l'album esordisce con "Cronometrare la Polvere", che contiene al suo interno i diversi punti fermi della band: l'abilità nel comparto liriche che porta ad avere ritornelli particolarmente efficienti e l'intensità dei diversi riff.Si prosegue con "Balla quello che c'è", la prima vera hit di questo "Cultura Generale", brano che ha presentato l'album, essendo stato il primo singolo rilasciato ed "Estate Povera". La malinconia fa da padrona in molti album del trio ed anche qui sembra non essere da meno: "Io senza di voi sono una strada di campagna / senza una metà, senza vergogna" canta Davide "Divi" Autelitano."Cultura Generale" arriva a descrivere in alcuni suoi frangenti la società attuale ed i suoi malsani vizi, come quello che guarda eccessivamente ai beni materiali tipo "Le Macchine Sportive", ma ancor di più colpisce l'abile gioco di parole utilizzato per il brano "Io Sono Fatto di Neve", dove l'espressione "fatto di neve" può essere interpretata in diversi modi ("Sono fatto di neve, sono fatto di neve / tu che mi vuoi scaldare, vuoi farmi morire"). Come si sa d'altronde, la musica è anche libera interpretazione e permette a ciascuno di assegnare il significato che più si sente proprio, soprattutto quando le liriche sono particolarmente aleatorie come in questo caso.Questo album racconta tanti piccoli luoghi comuni di una società malata e lo fa con particolare astuzia, alterando spesso il chiaro senso delle espressioni in esso contenute.Molto si potrebbe dire di "Idioti", brano che descrive con particolare attenzione la personalità di coloro che "ostacolano la gioia altrui per il solo piacere della rovina" (citando gli stessi Ministri)."Idioti" è probabilmente la tipica canzone della band: rude, potente e carica di esplosività, come a caricare chi ascolta contro la cattiveria di chiunque aspiri alla propria sofferenza.Merita una menzione  anche la title-track "Cultura Generale": dopo anni di controcanti o piccole parti vocali, riusciamo finalmente a gustarci la voce di Federico Dragogna. Un brano breve (solo 2:20 minuti - è la traccia più breve dell'album) ma intenso, dove le parole, quasi sussurrate, ricevono l'accompagnamento di un piano.


"Cultura Generale" sembra essere il solito album dei tre di Milano, che piace e piace tanto, ma che non sembra avere il pizzico di novità sufficiente per distinguersi dai precedenti. Non è presente una vera e propria killer track, ma riesce ad insinuarsi ugualmente nella testa di chi lo ha ascoltato.I Ministri si sono ormai affermati in Italia e anche con questo nuovo album sono riusciti a lasciare il segno, il quinto ad oggi (cinque sono gli album pubblicati dalla band), mostrando ampia consapevolezza dei propri mezzi. "Cultura Generale" va ascoltato più volte per essere compreso in pieno, ma alla fine dubito si riuscirà a metterlo da parte.





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