Bombay Bicycle Club
So Long, See You Tomorrow

2014, Caroline Records
Indie Rock

Recensione di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 19/02/14

Quando "So long, See You Tomorrow" inizia, ci sentiamo come degli inglesi in India. Ma come siamo arrivati a perderci in queste terre lontane?

Noti per non legarsi a nessuno stile in particolare, i Bombay Bicycle Club sfruttano ogni loro lavoro per reinventarsi e mutare pelle. Questa volta, il processo è rintracciabile all'interno dell'album stesso: ogni brano sembra essere stato scritto di getto, senza pensare a come uniformarlo al resto. Se da una parte questa grande abilità lascia un po' confusi, dall'altra mette in risalto un'incredibile capacità creativa e compositiva. Riprendendo le fila di "A Different Kind Of Fix", i londinesi continuano sulla scia dell'elettronica e dei synth - al tempo solamente accennata - che ormai spopola tra le band indie rock, soprattutto britanniche.

Quello che caratterizza il full-length è la presenza di strumenti particolari, suoni, timbri e melodie che tracciano un fil rouge e che ci teletrasportano da qualche parte nel Medio Oriente, dove le culture più diverse trovano il loro punto di incontro. Non a caso, gran parte del lavoro di composizione, per mano di Jack Steadman - frontman della band - è avvenuta durante i suoi ultimi viaggi in Turchia e India. Ottima sotto questo punto di vista è l'apertura, "Overdone": strumenti etnici e folk che da un certo momento in poi sono sostenuti da pattern di drum machine, synth, e linee vocali che si lasciano ricordare, grazie anche agli interventi alle voci di Lucy Rose e Rae Morris. Ogni brano sembra avere un protagonista diverso sul tappeto incessante di percussioni. Con "Luna", già uscita precedentemente come singolo, sembra addirittura di balzare per un attimo alla dance anni '80, con quei cori armonizzati e quelle scelte melodiche e armoniche. Ma qualche battuta dopo torniamo ai synth, all'India. Ecco che siamo di nuovo confusi. Il tiro dell'album cala un po' nella seconda parte, forse perché ne abbiamo già colto le intenzioni. La title-track, paradossalmente, chiude l'album.

"So Long, See You Tomorrow" è un congedo che promette un'attesa non troppo lunga per il prossimo salto. E forse c'è già qualche indizio su cosa ci si debba aspettare.





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