Black Country, New Road
For The First Time

2021, Ninja Tune
Post-punk/Post-rock

Il sorprendente debut della band londinese squarcia ulteriormente uno scenario post-punk già in fermento.
Recensione di Giampiero Pelusi - Pubblicata in data: 06/08/21

Photo Credits: Matilda Hill Jenkins

 

Sedersi su un colle, stanchi e con le scarpe sporche, i capelli baciati dal vento, chiudere gli occhi al caldo abbraccio del tramonto che soffoca il fragore di un mondo ancora troppo grande per noi. È sufficiente osservare l'artwork di "For The First Time" per scatenare l'immaginazione e captare sentimenti familiari che smuovono il cuore: com'è sentirsi grandi, anche solo per un momento?

 

Sono dei ragazzini londinesi i Black Country, New Road, poco più che ventenni e già eletti come nuovi paladini del post-punk moderno. In un'annata d'oro ancora inconclusa per il genere (basti citare i nuovi lavori di Squid, Shame e Black Midi), i Black Country, New Road hanno lasciato praticamente tutti a bocca aperta, vuoi per la loro giovane età, vuoi per capacità musicali, nel loro complesso, assolutamente fuori dalla norma. Sette membri, dalla chitarra al violino, passando per il sassofono: circoscrivere al solo post-punk quello che "For The First Time" secerne dalle casse sarebbe da sciocchi. Una tensione musicale che vibra irascibile toccando le corde di post-rock, alternative rock, acid jazz, indie e scampoli di prog, la stessa tensione che si sente, fremente e viva, per l'intero intreccio dell'album.

 

"Sunglasses" nasce in un' atmosfera intima, architettata da arpeggi morbidi seguiti dalla voce cupa del frontman Isaac Wood in un viaggio semi-onirico, un brainstorming di pensieri buttati giù come parole sfuggenti in un diario, un'atmosfera che ristagna in una strana quiete, quasi fittizia, pronta, difatti, a tramutarsi in un delirio mistico nella seconda parte, con il sassofono di Lewis Evans che esce dal tracciato uncinando la strumentale e trasportandola in paesaggi sonori a momenti dissonanti, così come i testi, iniziati ad una veemenza quasi maniacale. Un'aria speciale, quella che si respira a pieni polmoni in "For The First Time", intrisa di timore, ingenuità, ma anche di sconsideratezza e di sprezzo del pericolo: i Black Country, New Road si sbarazzano di qualsiasi freno inibitore, osano, sperimentano e fanno tutto senza rimuginarci sopra più del dovuto: dai ritmi klezmer che scuotono con ardore gli estremi del disco "Instrumental" e "Opus", ai coraggiosi richiami agli Slint nella loro veste meno distorta.

 

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"Athens, France" rapisce all'istante, con un clean riff portante tanto semplice, quanto trascinante, che si fa largo come un rampicante fino a far salire il numero di giri in un crescendo incessante, pronto ad esplodere rumorosamente per poi, invece, quietarsi in un dolcissimo outro. Solo sei pezzi compongono l'album, ma sembra di ascoltarne quantomeno il doppio per via delle variazioni quasi paranoiche che smuovono le interiora di tutte le tracce: "Science Fair" indirizza i suoi passi aggrappandosi ad un insolito riff di basso di Tyler Hyde, una progressione strana, tesa, quasi malata, che degenera celermente con l'entrata in gioco degli oscuri synth di May Kershaw, capaci di ammantare l'ambiente, sempre più claustrofobico, con Isac Wood che sembra vomitare fiumi di parole come un predicatore impazzito. "Track X", forse la traccia più smooth e meno instabile del lotto, quieta l'aria, disegnando soffici melodie di candida spensieratezza.


"For The First Time" è un album splendido, senza ombra di dubbio. Un inno alla giovinezza di oggi, alla cultura popolare, ai primi amori, alle delusioni, alla tensione del cambiamento. Un disco estremamente vario, che non si ferma all'apparenza, ma che ricerca la sua reale bellezza scavando nelle profondità della mente di un ragazzo, intrisa di pensieri, di propositi, ma anche di genuino timore del futuro. I Black Country, New Road si sono stagliati rapidamente nel mondo della musica con un solo piccolo passo, il loro primo e questo non può che evidenziare la stoffa di un ensemble di musicisti dal talento cristallino. Un successo meritato ed una candidatura nella prestigiosa classifica dei dischi dell'anno non possono che essere il minimo per un lavoro di tale caratura, perfetto nelle sue piccole imperfezioni: difficile trovare debut album così impattanti in un mondo musicale sovrappopolato di band ed artisti come quello odierno. In punta di piedi, i Black Country, New Road hanno trovato la loro posizione nel firmamento della nuova ondata post-punk, iniziando ad inebriarci con un bagliore tiepido e accogliente, come una timida alba estiva che accarezza le pelle e ristora i pensieri.





01. Instrumental
02. Athens, France
03. Science Fair
04. Sunglasses
05. Track X
06. Opus

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