Audrey Horne
Youngblood

2013, Napalm Records
Hard Rock

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 21/02/13

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha desiderato ingannare la curvatura del tempo e viaggiare in eoni lontani. Alzi anche l’altra mano chi tuttora sogna di azionare i circuiti temporali della DeLorean e accelerare sperando d’imbattersi in una scarica di 1,21 gigawatt e poi, puff, sparire nei secoli. Ma se nella realtà queste fantasie appaiono fanciullesche e vagamente utopiche, nella musica non si può dire lo stesso. Basta difatti accordare la chitarra e suonare uno a caso tra gli storici riff del rock per raggomitolare gli anni e sentirsi come un ricciuto capellone con la barba alla nazzarena nella bolgia di Woodstock.
 
Gli Audrey Horne, sotto questo punto di vista, accusano particolarmente i fendenti della nostalgia, e li soffrono a tal punto da sentire il bisogno di commemorare un’epoca che tengono cara e che non c’è più. E come farlo, se non con la musica? “Youngblood” - quarto disco dell’euforico quintetto formatosi a Bergen nel 2002 – è la nuova tappa del felice viaggio temporale intrapreso dagli scampaforche norvegesi, che confermano di avere più di un diavolo per capello. Gli elementi caratterizzanti del platter non sono - diciamocelo sinceramente - propriamente originali, ma non intaccano la riuscita dell’opera perché il tributo ai miti del rock e del metal classico è talmente manifesto da non poter esser considerato sotto un’ottica discriminante. Si parli dunque di collage premeditato più che di plagio senz’anima (e lascio a voi trovare le sottili differenze). Ma una volta concesso spazio alla musica, che conta molto più delle vane parole, ogni sofisma lascia il tempo che trova e gli Audrey Horne ci corrompono l’animo con la loro intraprendenza. Brani diretti, incisivi, versatili e predisposti al mutamento per non annoiare. L’opener “Redemption Blues”, “Straight Into Your Grave”, “Cards With The Devil” o ancora la frizzante “Pretty Little Sunshine” mostrano un appeal ammiccante e un sound energico e di sicuro impatto. Ma per tutta la durata del disco si ha la sensazione di trovarsi ad ascoltare qualcosa di compiuto: dagli evidenti richiami blueseggianti alla più ruvida componente rock, tutto appare come un quadro ben definito e studiato, fatto appositamente per coinvolgere e levare i pugni al cielo. Nulla che faccia gridare al miracolo, chiaro, ma l’alta tensione è assicurata. L’unica faccenda da tenere bene in mente è di raggiungere Doc nell'ora e nel luogo convenuto dove sta per cadere il fulmine.
 
Contaminazione ed energia, stile e spensieratezza, sicurezza dei propri (valentissimi) mezzi. “Youngblood” è la carta che completa il poker d’assi degli Audrey Horne. Da non perdere.




01. Redemption Blues

02. Straight Into Your Grave

03. Youngblood

04. There Goes A Lady

05. Show and Tell

06. Cards With The Devil

07. Pretty Little Sunshine

08. The Open Sea

09. This Ends Here

10. The King Is Dead

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