Arisa
Se Vedo Te

2014, Warner Music Italy
Pop

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 22/02/14

Sanremo: festival della canzone italiana. Ogni anno, quando in questo periodo riecheggia il celebre tormentone, il popolo italico tende, come sempre e per ogni questione, a dividersi. Ci sono quelli che, oziando sui loro generi musicali abituali guardano con disgusto il palco del Festival, per poi sbirciare di nascosto. Quelli che seguono ogni serata e cadono, inesorabilmente, nella trappola delle più meschine attività discografiche, premiano il moccioso di turno che ce la mena con il suo amore perduto. Poi ci sono quelli che ascoltano, quelli che per qualche sera aprono le orecchie lasciando in stand-by i propri ascolti giornalieri. Gli stessi che riescono esattamente a riconoscere, captare qual è l’artista più valido. Naturalmente l’artista in questione, seppur acclamato, non vincerà mai la competizione. A quale categoria apparteniamo? Forse quella dell’incomprensione. Pur avendo seguito a grandi linee la musica proposta sul palco dell’Ariston, quest’ultimo resta tuttora un mistero. Ma non è tutto fumo, nossignori, una ragazza che corrisponde al nome di Rosalba Pippa, sa veramente il fatto suo!

 

Il suo nome d’arte è Arisa, e da qualche anno, proprio con una vittoria al Festival, è partita la sua carriera musicale. “Se Vedo Te” segna il quarto traguardo discografico per la cantante genovese ma anche una nuova partecipazione davanti al pubblico dell’Ariston con il brano “Controvento”. E’ affascinante osservare l'evoluzione di un artista, lo è da sempre, e la nostra Arisa nel suo percorso di evoluzioni ne ha già affrontate parecchie. Dalla versione svampita con occhialoni anni '20 (quella di "Sincerità", presa poco sul serio anche dal pubblico), fino alla donna che riesce ad ammaliare tra le note de “La notte” (arrivata seconda al Festival nel 2012).

Ma cosa c’è di nuovo a questo giro? La musica della Nostra è mutaforma, accoglie ogni mood, umore e cambio d'identità della sua interprete. "Se vedo te" è quindi la naturale mutazione del suo predecessore, a livello canoro ma anche musicale. Undici tracce che riflettono luce e positività: atmosfere sognanti, ma anche elettroniche (“L’ultima Volta”) brani dal piglio radiofonico in chiave un po’ ironica (“Chissà Cosa Diresti”), ritornelli ben riusciti che potrebbero risuonare ripetutamente in radio senza apparire vuoti o noiosi (“Quante Parole Che Non Dici”) o magari l’ottimo arrangiamento di una fiabesca “Dimmi Se Adesso Mi Vedi”. E come dimenticare il flauto traverso che accompagna l’intro della sanremese “Controvento”, altra piccola perla di un album promosso a pieni voti.

 

“Se amassi di me anche l'oscurità, dove siamo tutti esseri smarriti"

 

Non sappiamo se Arisa riuscirà a portare a casa il premio tanto agognato, ma una cosa è certa: parlando di pop made in Italy, sembra avere tutte le carte in regola per andare avanti senza alcun intoppo. Proprio perché alla base della sua musica ci sono intelligenza, gusto e carattere.





01. L’ultima volta
02. Chissà cosa diresti
03. La cosa più importante
04. Se vedo te
05. Lentamente (Il primo che passa)
06. Quante parole che non dici
07. Sinceramente
08. Dici che non mi trovi mai
09. Dimmi se adesso mi vedi
10. Controvento
11. Stai bene su di me

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