Anti-Flag
American Fall

2017, Spinefarm
Punk Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 31/10/17

Die for the Government, Their System Doesn't Work For You, The Terror State, For Blood and Empire, The Bright Lights of America, The General Strike, American Spring. Dal '96 al 2015, non è cambiato il concetto su cui gli Anti-Flag continuano a martellare incessantemente l'arma della protesta. L'escalation progressista di speranza e unione sembrava aver preso una piega più positiva del solito con l'ultima pubblicazione, American Spring, ma a poco più di due anni di distanza si ritorna all'inesorabile: è cambiato il Mr. President, è tempo di American Fall.

 

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Louis Brandeis, avvocato e giurista statunitense, membro della Corte Suprema degli Stati Uniti dal 1916 al 1939, è entrato nella storia per una frase ben precisa: "Possiamo avere una società democratica o possiamo avere una concentrazione di enorme benessere, nelle mani di pochi. Non possiamo avere entrambi". Assieme al Good Charlotte Benji Madden in cabina nel ruolo di co-producer, gli Anti-Flag si chiudono in studio, raccolgono pezzi di memoria e di storia del loro tanto giovane quanto controverso paese, e scaricano il tutto nel nastro, con lo stesso stile con cui ci stanno ormai abituando da una decade. Sei accordi per undici fotografie, Instagram Stories di degrado e difficoltà quotidiana, racconti di sobborghi sotterranei, di disoccupazione e disagi, per riportare l'attenzione mediatica sulla stessa società che, a loro dire, la politica distrae, disunendola.

 

Una reazione, un invito alla reazione stessa - loro la chiamano "chiamata alle armi" - che si realizza imparando dal passato: questo l'obiettivo dichiarato di American Fall, un sospiro di speranza che galleggia tra i brani "The Criminals" - vera essenza dell'album intero - e "When the Wall Falls", dove trovano spazio organo e Ska Music, in un meltin pot di concetti e sonorità morbido ma letale, che offende con voce e velicità, alimentato dalla crescente frustrazione di più generazioni alle prese con una non-violenza che diventa, almeno in questo caso, il manifesto di una nazione senza bandiera. Senza futuro.





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