E’ davvero solo rock n’roll? Il nome Rolling Stones ricopre un’importanza tale nella memoria collettiva che quando parliamo di Mick Jagger e compagni, sembra di trovarsi di fronte a un patrimonio dell’umanità. E non è solo questione di stile o di bravura; la storica band inglese ha fissato quelli che erano i punti cardine di un intero mondo, quello del rock, che da lì ha preso direzioni inimmaginabili. Più influenti per immagine che per contenuti, a detta di qualcuno, autori di grandi dischi per almeno un decennio, secondo altri, che ci piaccia o meno il mito Stones è qualcosa ormai che supera l’idea iniziale stessa di band e va oltre gli effettivi meriti artistici.
“From The Vault- Live At L.A. Forum 1975” è la prima di una serie di release recuperate dall’archivio storico della band e fotografa la fase interlocutoria vissuta dagli Stones a metà degli anni ’70, quando, dopo una sequenza di dischi micidiali e a detta di molti, dopo aver raggiunto il loro zenith creativo, si ritrovarono orfani di Mick Taylor. Il disco racchiude una delle prime esibizioni con il nuovo chitarrista Ronnie Wood, presa da una serie di concerti tenuti al Forum di Los Angeles. Un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, sospinto dal lavoro sopraffino di Bon Clearmountain che per l’occasione ha restaurato l’audio e remixato il tutto. Dalle prime immagini è forte la sensazione di trovarsi davanti a un grande circo, un termine di paragone sin troppo abusato a proposito dei diretti interessati; gli Stones del 1975 assomigliano di più a una sequenza di personaggi strambi che a una rock n’roll band vogliosa di incendiare il pianeta: la performance è senza dubbio affascinante se non altro per capire le dinamiche interne alla band, con un Keith Richards ridotto a poco più che una comparsa e un grandissimo Ronnie Wood a tenere in piedi praticamente da solo la band. Sigarette e Jack Daniels in evidenza, abiti dai contorni improbabili, andatura molleggiata, esecuzione non esente da errori ma ricca di feeling: lo stile degli Stones, decadente, oltraggioso e ironico, a metà degli anni ’70 suonava già caricaturale, per certi versi più di quanto suoni oggi, se non altro perchè stupisce quando mostra degli arzilli settantenni suonare rock n’roll come se fosse la cosa più naturale al mondo. Visto in controluce il concerto però regala anche qualche chicca, a cominciare dalla presenza del grande Billy Preston che sul finale ruba letteralmente la scena (non vi diciamo di più…) agli Stones con un paio di brani del suo repertorio; la spinta rhythm n’blues iniettata dal pianista americano dona inoltre a brani come “Fingerprint File”, “You Can’t Always Get What You Want”, “Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)” e la sempiterna “Simpathy For The Devil” un fascino per certi versi inedito; poi ci sono i soliti Stones, quelli di “Midnight Rambler”, “Tumbling Dice”, “Rip This Joint” su cui aleggia ancora la presenza di Mick Taylor, vero ago della bilancia nella storia della band di Richmond.
A costo di sembrare politicamente scorretti e un po’ snob, va detto che in quegli anni non erano poche le band in grado di dare la polvere agli Stones, meglio, a questi Stones, senza bisogno di rimarcare il fiato corto di Mick Jagger e gli accordi approssimativi di Keith Ritchards; se siete in cerca di un concerto da tramandare ai posteri, non riponete troppe speranze in questo DVD, ma se vi accontentate di ripercorrere una tappa comunque interessante del mito Stones, “Live in 1975” resta un interessante documento storico. E’ soltanto rock n’roll ma nonostante tutto, ci piace.
“From The Vault- Live At L.A. Forum 1975” è la prima di una serie di release recuperate dall’archivio storico della band e fotografa la fase interlocutoria vissuta dagli Stones a metà degli anni ’70, quando, dopo una sequenza di dischi micidiali e a detta di molti, dopo aver raggiunto il loro zenith creativo, si ritrovarono orfani di Mick Taylor. Il disco racchiude una delle prime esibizioni con il nuovo chitarrista Ronnie Wood, presa da una serie di concerti tenuti al Forum di Los Angeles. Un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, sospinto dal lavoro sopraffino di Bon Clearmountain che per l’occasione ha restaurato l’audio e remixato il tutto. Dalle prime immagini è forte la sensazione di trovarsi davanti a un grande circo, un termine di paragone sin troppo abusato a proposito dei diretti interessati; gli Stones del 1975 assomigliano di più a una sequenza di personaggi strambi che a una rock n’roll band vogliosa di incendiare il pianeta: la performance è senza dubbio affascinante se non altro per capire le dinamiche interne alla band, con un Keith Richards ridotto a poco più che una comparsa e un grandissimo Ronnie Wood a tenere in piedi praticamente da solo la band. Sigarette e Jack Daniels in evidenza, abiti dai contorni improbabili, andatura molleggiata, esecuzione non esente da errori ma ricca di feeling: lo stile degli Stones, decadente, oltraggioso e ironico, a metà degli anni ’70 suonava già caricaturale, per certi versi più di quanto suoni oggi, se non altro perchè stupisce quando mostra degli arzilli settantenni suonare rock n’roll come se fosse la cosa più naturale al mondo. Visto in controluce il concerto però regala anche qualche chicca, a cominciare dalla presenza del grande Billy Preston che sul finale ruba letteralmente la scena (non vi diciamo di più…) agli Stones con un paio di brani del suo repertorio; la spinta rhythm n’blues iniettata dal pianista americano dona inoltre a brani come “Fingerprint File”, “You Can’t Always Get What You Want”, “Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)” e la sempiterna “Simpathy For The Devil” un fascino per certi versi inedito; poi ci sono i soliti Stones, quelli di “Midnight Rambler”, “Tumbling Dice”, “Rip This Joint” su cui aleggia ancora la presenza di Mick Taylor, vero ago della bilancia nella storia della band di Richmond.
A costo di sembrare politicamente scorretti e un po’ snob, va detto che in quegli anni non erano poche le band in grado di dare la polvere agli Stones, meglio, a questi Stones, senza bisogno di rimarcare il fiato corto di Mick Jagger e gli accordi approssimativi di Keith Ritchards; se siete in cerca di un concerto da tramandare ai posteri, non riponete troppe speranze in questo DVD, ma se vi accontentate di ripercorrere una tappa comunque interessante del mito Stones, “Live in 1975” resta un interessante documento storico. E’ soltanto rock n’roll ma nonostante tutto, ci piace.