Enchant
The Great Divide

2014, Inside Out
Prog Rock

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 30/09/14

Per qualcuno è ancora un genere stantìo, ma il progressive rock riesce di tanto in tanto ancora ad emozionare tenendo fede a quei tratti stilistici che ne hanno determinato il successo. Succede quando una serie di elementi si incrociano alla perfezione, come con gli americani Enchant, che siglano con "The Great Divide" il loro comeback a distanza di ben undici anni dal predecessore. Per una volta la Bay Area non concepisce soltanto dello sferragliante thrash metal, ma un band autrice di un godibile hard progressive di derivazione britannica; un gruppo che magari ha mancato l'appuntamento con il successo, ma che non lesina classe e buon gusto. "Enchant" è l'archetipo del progressive rock del nuovo millennio, un'autentica lezione di stile e di composizione in cui i brani sono tutti estremamente godibili, vuoi perchè non smodatamente prolissi e dilatati (tutti fra i quattro e i nove minuti di durata), vuoi perchè scientemente strutturati; spazio tanto ai refrain quanto alle progressioni strumentali, agli splendidi arabesque di tastiere, strumento senz'altro dominante nel sound della band americana, alle sognanti melodie di un vocalist che non lascierà di certo indifferenti. Quando non è centrifugato con tonnellate di ego e noiosi esercizi strumentali, il prog dà vita a storie emozionanti come quella raccontata in "The Great Divide". Il termine di paragone più calzante potrebbe essere "Images And Words" per il sapiente equilibrio fra eclettismo e melodia, ma troveranno conforto anche i fans di band come Pendragon e Arena. Uno di quei dischi nei quali vale la pena immergersi e sognare sulla scia di un genere che non smette mai di stupire.




1. Circles
2. Within An Inch
3. The Great Divide
4. All Mixed Up
5. Transparent Man
6. Life In A Shadow
7. Deserve To Feel
8. Here And Now

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