Appice
Sinister

2017, SPV
Hard Rock

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 29/10/17

Li avevamo lasciati lì, con i loro nomi in bella vista in mezzo ai grandi classici del rock. Vinnie e Carmine Appice, basta la parola. Una autentica garanzia dietro le pelli, sempre lì dietro a tirare la carretta delle rockstar. Vinnie o Carmine poco importa, la ditta di famiglia è da sempre sinonimo di classe e di grandi performance dietro le pelli. Ozzy OsbourneHeaven And HellDio, persino Rod Stewart e Pink Floyd, per i fratelloni italo americani le porte dello star system si sono aperte tante volte con invidiabile generosità, al punto che spesso il pubblico tende involontariamente a confonderli  (e non dite di no...).
 
Dopo questa lunga serie di collaborazioni e successi tutto lasciava presagire a una serena mezza età, giusto il tempo di qualche collaborazione, un tributo, godersi la luce riflessa dei successi di un'intera carriera non è una colpa, dopotutto. Nessuno poteva pensare che i due fratelli avrebbero azzardato il loro primo disco solista, ideato e suonato a quattro mani e con due batterie al completo. Era difatto l'unico tassello mancante, un disco che celebrasse una volta per tutte la premiata ditta. "Sinister", mai titolo fu più azzeccato, soprattutto adesso che il disco lo abbiamo ascoltato. Se i due batteristi di Staten Island non avevano mai collaborato prima, con l'eccezione del live album "Drum Wars - Live! (2014)", probabilmente un motivo ci dovrà pur esser stato, e non certo per l'ingombrante presenza di due drumkit. "Sinister" è stato registrato con un numero spropositato di ospiti e questo a conti fatti costituisce senz'altro un'aggravante. Qualche nome? Joel Hoekstra, Bumblefoot, Johnny Rod e una pletora di ex e oscuri session men che lascia soprattutto un forte senso di malinconia. Si salva poco, i brani sono di fatto, per usare un eufemismo, poco rilevanti e abbozzati alla meno peggio. Tredici tracce scandite da un continuo andirivieni di personaggi, un po' come in una rimpatriata domenicale fra amici, in cui ci si passa la chitarra fra una salsiccia alla griglia e un bicchiere di vino. Carmine si reinventa persino vocalist su "You Got Me Running", in mezzo ai classici patterns che hanno reso famosi i due fratelli, un mare di riff "rubati" a Ronnie Dio e Whitesnake e pezzi buttati lì a caso come la title track.

Si salva solo "Future Past", un pezzo che ha del miracoloso per come da solo spazza in blocco l'ultima release dei Black Sabbath. Peccato che i due fratellini regalino agli stessi Sabbath l'opportunità di ristabilire le gerarchie, con il terribile "Sabbath Mash". Tutto questo è "Sinister", di nome e di fatto. Un po' poco per chiamarsi Appice.




01. Sinister
02. Monsters And Heroes
03. Killing Floor
04. Danger
05. Drum Wars
06. Riot
07. Suddenly
08. In The Night
09. Future Past
10. You Got Me Running
11. Bros In Drums
12. War Cry
13. Sabbath Mash

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