Amon Amarth
Once Sent From The Golden Hall

1998, Metal Blade
Death Metal

Recensione di Riccardo Calanca - Pubblicata in data: 17/03/10

Quando si parla degli Amon Amarth, chiunque li abbia conosciuti un minimo, anche soltanto per sentito dire, focalizza nella sua mente l’immagine di un gruppo di vichinghi enormi e biondi intenti a depredare qualche villaggio... Idea abbastanza stereotipata, oggi, ma volenti o nolenti gli Amon Amarth sono riusciti a farsi un’immagine che non si cancellerà mai dalla memoria della musica estrema.

Il viaggio del gruppo scandinavo inizia a concretizzarsi nel lontano 1993/94, a Stoccolma, quando Olavi Mikkonen e Johan Hegg decisero di formare un gruppo death metal totalmente ispirato alla mitologia norrena e al concept dei guerrieri Vichinghi, che in realtà, non erano solo guerrieri spietati e assetati di saccheggio, ma erano  soprattutto semplici contadini, falegnami, pescatori e marinai, esperti nella navigazione e nella divinazione, insomma, un popolo davvero straordinario! Dopo qualche anno di gavetta, demo e mini Ep, gli Amon Amarth vennero in contatto con il guru svedese degli Abyss Studio, Peter Tägtgren che affascinato dalla potenzialità dei quattro vichingoni decise di produrre il loro primo album, "Once Sent From The Golden Hall", che uscì come debut in CD e LP (1000 copie, oggi un pezzo da collezione) nel febbraio del 1998 nientemeno che sotto la Metal Blade! Il disco fu un vero successo, era qualcosa di mai visto e mai sentito prima: è la nascita di un nuovo modo di suonare e di intendere il death metal, cosa che influenzerà non poco la definizione stessa di “Swedish” e di “Melodic Death”. Dalla traccia di apertura “Ride For Vengeance” alla titletrack conclusiva, l’album è un monumentale concentrato di emozioni, aggressività, potenza, ispirazione. Un vero e proprio viaggio all’interno di un epico mondo fatto di battaglie e di vendette, di sentimenti puri come la gloria, l’orgoglio, il rimorso, la passione, il rapporto tra padre e figlio, la fede negli antichi dei, la vita oltre la morte, le emozioni forti, un infinito divenire di paesaggi meravigliosi... E potremmo andare avanti a scrivere un lunghissimo articolo che non potrà mai spiegare a parole quello che ti trasmette un linguaggio completo e perfetto come la musica...

I riff di Mikkonen sono semplicemente geniali, lontani da complicate artificiosità ma non banali, soli di chitarra che tolgono il respiro. Lo scream di Johan Hegg è un concentrato d’odio e violenza, un gigante d’uomo che può spaziare tra growl e scream con semplicità invidiabile, mentre alla batteria un grandissimo Martin Lopez (ex Opeth) calibra riff studiati e complicati a sfuriate minimali da headbanging incontrollato; basta ascoltare i passaggi presenti “Without Fear” e in “Amon Amarth” per rendersi conto di quanto questo musicista riesca ad alzare il livello delle composizioni. Difficile scegliere un brano rappresentativo, anche se i mie gusti si orientano molto verso “Amon Amarth” e “Victorius March”.

"Once Sent From The Golden Hall" è un disco epico, stupefacente, viking! Può accontentare ed emozionare non solo gli amanti dello Swedish ma anche del black, del power e dell’epic metal, insomma, tutti coloro che non si fermano difronte una definizione e si lasciano trasportare dalla carica emotiva presente in questo capolavoro.

Ora immaginatevi di trovarvi da soli, con la vostra macchina, su una strada lontana, sperduta nel nord di qualche paese dimenticato... Siete senza pensieri e siete felici, il futuro è davanti a voi, è una bella giornata e c’è il sole, siete immersi nel disco e continuate a guidare senza fermarvi. All’orizzonte il cielo è azzurro e le montagne innevate, il tiepido sole di dicembre batte sulle valli boscose e il fiume che vi costeggia scorre rapido, azzurro e purissimo... Parte "Victorius March"... Qualcosa di incomprensibilmente emotivo e maestoso si impossessa della mente e del corpo, e senza accorgervene ora fate parte di quella stessa emozione. Questo è quello che mi succede tutte le volte che riascolto questo pezzo, che a distanza di anni ha sempre la stessa carica, non mi stancherò mai di riascoltarlo e di immergermi nel mondo di "Once Sent From The Golden Hall", un gioiello unico, di rara ispirazione. Recentemente l’album è stato ristampato in edizione doppia, tutto il disco in versione live (Germania, 2008): chi non possiede quest’album ha l’obbligo morale di procurarselo! Intramontabile!



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