Subaudition
Light On The Path

2009, Prophecy Productions
Post Rock

L'inverno bussa alle porte di SpazioRock portando con sé un disco meraviglioso...
Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 27/11/09

Il 2009 sta giungendo al termine e l’eccellente Prophecy Productions, label tedesca che da anni si prodiga nella promozione di interessantissime realtà attinenti allo sconfinato panorama del folk nordeuropeo e del rock più introspettivo ed atmosferico, ha deciso di chiudere l’anno in bellezza, regalandoci due dischi d’inestimabile valore. Stiamo parlando del nuovo album dei Neun Welten, del quale ci occuperemo in altra sede, e della seconda opera dei Subaudition, l’incantevole “Light On The Path”, che oggi passiamo in rassegna sulle pagine di SpazioRock.


Il progetto Subaudition nasce nel 2003 in Finlandia per opera di Roope Niemelä e Antti Korpinen, artefici di una musica eternamente sospesa tra gli immortali richiami del rock psichedelico dei tempi che furono e le tessiture celestiali, acustiche ed impalpabili del folklore scandinavo. Dopo aver dato alle stampe un demo, “Waves At Ease” (2004), ed un album d’esordio, “The Scope” (2006), positivamente accolti dalla stampa specializzata del vecchio continente, il duo si appresta oggi a compiere un ulteriore salto qualitativo, continuando a portare acqua al proprio mulino grazie ad un album che, in tutta probabilità, soggiornerà a lungo nella memoria collettiva degli appassionati. I Subaudition di “Light On The Path” si presentano al proprio pubblico in una veste ancora più eclettica e raffinata di quanto i loro precedenti sforzi lasciavano immaginare, favoriti dall’operato di una vera e propria sezione d’archi alla quale è stato in parte affidato l’arduo incarico di condurre le fragili emozioni del gruppo in una dimensione meno “ambient” ma, senza ombra di dubbio, ancora più vicina al cuore dell’ascoltatore.


“Light On The Path” non è un muro di suoni accattivanti e ritmiche frenetiche, tanto meno una lista di ritornelli da canticchiare a cuor leggero con gli amici. Niente di tutto questo.
“Light On The Path” è il concatenarsi di emozioni delicatamente sussurrate, di paesaggi nebbiosi e desolati che, con estremo garbo, prendono forma innanzi ai nostri occhi, come quelli racchiusi nel suo splendido artwork. È un disco che parla l’ermetica lingua dell’introspezione. Sono sette semplici brani, che si collocano al fianco di geni del sentimento in musica quali Tenhi, Antimatter ed Empyrium, tra magiche reminiscenze di creature indie del calibro di Sigur Rós, Antony And The Johnsons e Scott Matthew.


Inutile provare ad enumerare gli apici espressivi toccati dai Nostri in quest’opera; finiremmo soltanto per perdere il conto, abbandonati alle nostre passioni ed estasiati di fronte alle molteplici significazioni che la parola Arte può rivestire. Quello che sicuramente ricorderemo, al termine di questi quaranta minuti di pura estasi, saranno gli umori eterei di “Alms Of The Sun”, magnificamente rappresentati dai toni disincantati e minimalisti del video che trovate nella colonna sulla destra, le note di “Now That We’ve Spent All The Light”, che danza leggiadra sull’intimo suono della chitarra acustica, sul valzer malinconico del pianoforte, sulle ventate autunnali del violoncello o, ancora, le caute parole d’amore che, tra i solchi di “Feathers Fall”, sbiadiscono lentamente.


Abbandonate ogni forma di resistenza. I Subaudition saranno la colonna sonora di un nuovo, meraviglioso inverno.





01. Alms Of The Sun
02. Sínne
03. Now That We've Spent All The Light
04. Feathers Fall
05. The Soul Unto Aether
06. Human Abstract
07. Wall Of Water

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool