Skunk Anansie
Smashes And Trashes

2009, One Little Indian
Rock

La cometa Skunk Anansie torna a solcare i cieli dell'universo musicale con questo Greatest Hits
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 27/10/09

Ah, le reunion! Ci sono quelle inutili, dove fondamentalmente è chiaro come il sole che a muovere tutti è il Dio Denaro o dove, caso raro, i membri solisti della band originaria splendono comunque di luce propria e, quindi, non si capisce a cosa la reunion serva precisamente a fare; e poi ci sono le reunion utili, quelle da “discorso interrotto” che riprendi ben volentieri.

Gli inglesi Skunk Anansie rientrano decisamente in questa seconda categoria: sebbene la carriera solista della conturbante singer Skin o quella dei restanti membri della band non verranno certo ricordate negli annali della storia della musica (quindi si potrebbe cominciare ad odorare sudditanza al Dio Denaro), questo quartetto ci aveva decisamente lasciato, sui primi anni di questo secolo, con un bel punto interrogativo in testa, molte promesse che non potevano semplicemente essere confermate o mantenute con i soli 3 album di cui, attualmente, è composta la loro discografia.

Questo “Smashes And Trashes” è il classico greatest hits celebrativo di una carriera su cui molti (me in primis) avevano messo prematuramente la parola “fine”, e sebbene sia la classica operazione che saggia il mercato in attesa di futuri sviluppi (risposta comunque già positiva a prescindere dalle vendite di questo cd, visto che le date del tour sono praticamente sold-out dovunque), c’è ben più di un motivo di interesse che porta alla valutazione più che positiva dell’operazione.

Il primo punto: la scaletta dei successi è certamente prevedibile, essendo composta dai meri singoli estratti dai loro tre album in studio, ma consente di caratterizzare alla perfezione la proposta musicale della band: un punk rock che, in ben più di un’occasione, si concede a soffici divagazioni pop. D’altronde, non è un mistero che le canzoni meglio riuscite agli Skunk Anansie sono le ballad (e qui ce n’è per accontentare gli animi romantici, visto che tra una “Secretly” ed una “You’ll Follow Me Down”, ritroviamo una celebre “Hedonism”), attenzione però: ballad che riescono sempre a mantenere un certo velo di ruvida durezza emotiva. Merito sicuramente della carica di una voce splendida come quella di Skin, una voce trascinante ed energica a livelli assoluti, forte come il look che da sempre caratterizza la cantante. E’ proprio questa “enfasi emotiva”, espressa anche in liriche molto dirette, che, nel mio modo di vedere le cose, riesce sempre a mantenere la band nei ferrei canoni del rock, nonostante il consenso commerciale da pop stars raggiunto praticamente già all’esordio di “Stoosh”.

Ma sto divagando, permettetemi di tornare in bolla enunciando il secondo motivo di interesse che fa comprare questo album con soddisfazione: i tre inediti della raccolta. Si parte con il primo singolo (praticamente ignorato da chiunque nel periodo estivo) del puro punk di “Tear The Place Up”: fondamentalmente un manifesto delle intenzioni della reunion della band. Proseguiamo quindi con quella “Because Of You” che, invece, di consensi ne sta riscuotendo parecchi attualmente, ed il motivo è semplice: “Because Of You” è, fondamentalmente, un’interpretazione del movimento emo da parte degli Skunk Anansie, una canzone che mostra le potenzialità future di una band che, attraverso l’esecuzione di questo pezzo, praticamente ci fa capire che gli 8 anni di silenzio non sono passati comunque nell’ozio, come se la creatura si fosse evoluta in autonomia lontano dai nostri occhi e dalle nostre orecchie. Il terzo inedito è forse il più convenzionale, ma ciononostante rimane il mio preferito. Sto parlando della ballad “Squander”, un pezzo vertiginosamente emotivo che riconferma quanto ho scritto poco sopra, ovvero che non c’è nulla da fare: quando gli Skunk Anansie scrivono un lento, indipendentemente da tutto e da tutti uscirà sempre qualcosa di speciale.

Bene, che rimane da dire? Il passato degli Skunk Anansie era già roseo, e forse non serviva questo cd per ricordarcelo, tuttavia “Smashes And Trashes” fa intravedere anche ottime potenzialità da consolidare quanto prima con un album di inediti.  Speriamo di non rimanere delusi…ma non mettiamo il carro davanti ai buoi, per ora limitiamoci a dire: bentornati ragazzi!



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