Epica
The Classical Conspiracy

2009, Nuclear Blast
Symphonic Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 08/05/09

Female fronted metal: un panorama in continua espansione. Innumerevoli gli esponenti privi di una benché minima personalità, poche le band veramente imprescindibili… Prima della pubblicazione di “The Divine Conspiracy”, l’album che li ha prepotentemente portati agli onori delle cronache, gli Epica s’inserivano, ancora un po’ impacciati e notevolmente nascosti dal talento di colleghi più famosi, esattamente in mezzo a queste due categorie. Ma la suddetta release ha risolto infine l’annosa polemica legata alle effettive capacità della creatura di Mark Jansen (per merito di una line-up rodata e di un songwriting fantasioso), proiettandola all’interno di quella cerchia che, tra le due citate, è sicuramente la più ristretta ed ambita.


Ricordando il lungo tour che li ha visti calcare i palchi di mezzo mondo (tra cui quelli italici, in più di un’occasione), la tappa fondamentale rimarrà quella del 16 giugno 2008, data che ha visto gli Epica esibirsi, con la partecipazione di un coro e di un’intera orchestra sinfonica, presso l’Ice Hall di Miskolc, città ungherese che ospita un festival annuale consacrato all’elegante ed ormai celebre unione tra metal e musica classica. Le canzoni dei Nostri trovano nello spettacolo offerto agli spettatori del Miskolc Opera Festival la propria forma ideale, ed era pertanto inconcepibile non immortalare il tutto, regalando ai fan un prezioso cofanetto celebrativo. Per fortuna la Nuclear Blast è riuscita a fare la gioia di tutti noi (riprendendosi, allo stesso tempo, da recenti cadute di stile nell’ambito delle pubblicazioni live), con la release di “The Classical Conspiracy”, un doppio disco dal vivo che, sulla scia del blasonato “The Divine Conspiracy”, consacra definitivamente il successo e la versatilità del gruppo ‘orange’ capeggiato dalla leggiadra vocalist Simone Simons, anticipando di pochi mesi un nuovo full length già previsto per il prossimo autunno.


La scaletta dell’evento, restituita quasi per intero dall’opera in nostro possesso (per un totale di oltre 140 minuti di metalliche sinfonie), vede Simone e compagni cimentarsi, oltre che nei pezzi propri (rivestiti per l’occasione di una nuova autenticità orchestrale), anche con una serie di composizioni classiche e medley di colonne sonore hollywoodiane riproposti in chiave metal. La selezione è andata a toccare i gusti di ogni singolo componente, passando da Verdi (“Dies Irae”) a Händel (la barocca “Ombra Mai Fu”), da Pergolesi (sua la toccante “Stabat Mater Dolorosa”, cantata da una superba Simone in compagnia di un soprano ungherese) al norvegese Grieg, tributato da band ed orchestra in una spettacolare rivisitazione di “In The Hall Of The Mountain King”, una pièce altisonante ed infuriata che conferma l’assoluta armonia con la quale questi due mondi musicali, apparentemente distanti, sanno dialogare tra loro. Un piccolo spazio è riservato alle partiture oscure ed apocalittiche di “Palladium” e “Unholy Trinity”, due episodi tratti rispettivamente dal singolo “Solitary Ground” e da “The Score”, l’unico disco prettamente orchestrale finora realizzato dal sestetto olandese.


Altro piatto forte dell’opera sono le canzoni vere e proprie degli Epica, qui esaltate dalla presenza dell’orchestra e del coro, che si fanno carico di un ruolo ancor più importante ed impegnativo rispetto al lavoro svolto in studio di registrazione. La tracklist va, in questo caso, a toccare i brani più ‘delicati’ della band, tralasciando, laddove possibile, qualche virulento growl in favore della prestazione della Simons, molto più a proprio agio rispetto al passato, sia nei pezzi più energici e coinvolgenti (“Sensorium”, “Blank Infinity”, “Sancta Terra”) che nelle più poetiche ballad (“Feint”, “Safeguard To Paradise”).


Le due lunghe ed elaborate suite (“The Phantom Agony”, con le sue atmosfere medievali, e “Consign To Oblivion”, quasi un connubio tra power e death metal) rappresentano i momenti più riusciti di questo intrigante crossover, la vera punta di diamante di “The Classical Conspiracy”, un prodotto destinato a diventare un caposaldo nella discografia degli Epica. Un live album che farà la gioia non soltanto dei fan di Mark Jansen e compagni, ma anche tutti gli appassionati del metal sinfonico più ricercato e signorile. Aspettiamoci grandi cose dal loro imminente ritorno!





CD1

01. Palladium
02. Dies Irae
03. Ombra Mai Fu
04. Adagio
05. Spiderman Medley
06. Presto
07. Montagues & Capulets
08. The Imperial March
09. Stabat Mater Dolorosa
10. Unholy Trinity
11. In The Hall Of The Mountain King
12. Pirates Of The Caribbean
13. Indigo
14. The Last Crusade
15. Sensorium
16. Quietus
17. Chasing The Dragon
18. Feint

CD2

01. Never Enough
02. Beyond Belief
03. Cry For The Moon
04. Safeguard To Paradise
05. Blank Infinity
06. Living A Lie
07. The Phantom Agony
08. Sancta Terra
09. Illusive Consensus
10. Consign To Oblivion

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool