Belphegor
Pestapokalypse VI

2006, Nuclear Blast
Black Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 27/03/09

Dopo aver ascoltato la nuova fatica dei Belphegor, questo nuovo devastante Pestapokalypse VI, si può dire con certezza che su Helmuth e Sigurd si può fare sempre affidamento quando in un disco si ricercano violenza sonora a iosa, e cattiveria che cade a pioggia. I due austriaci lo sanno bene, e senza sconvolgere il loro trademark black/death guerrafondaio e blasfemo, ripropongono per la sesta release della carriera un album che accontenterà certamente tutti i propri sostenitori.

Non un lavoro che farà gridare al miracolo sia chiaro, ma che è costruito come meglio non si poteva: chitarre infuocate, taglienti, ispirate, che concedono anche qualche spiraglio alla melodia, letta ovviamente in chiave Belphegor, quindi preposta soprattutto a conferire maggiore dinamicità e morbosità al tutto, sapendo anche rallentare di tanto in tanto, senza per questo perdere un grammo della loro pesantezza. Molto buona anche la sessione ritmica sorretta dal lavoro lineare e manco a dirlo indemoniato di Nefastus alla batteria, come la prova vocale Helmuth, perfettamente in linea con la musica composta.

Un disco che fa dell'impatto il proprio biglietto da visita non poteva non iniziare con Belphegor - Hell's Ambassador (ottima), che mette subito in chiaro a chi si fosse avventurato in Pestapokalypse VI, senza sapere a cosa va incontro, che nei prossimi quaranta minuti scarsi i nostri sfiancheranno fisicamente gli ascoltatori con combinazioni sparate di blast beat/riff serratissimi e rallentamenti maleodoranti. Se i Belphegor ci hanno "benedetto" con una delle composizioni più death oriented della carriera, con la seguente Seyn Todt in Schwartz ci ricordano che l'altra metà del cielo rosso fuoco che campeggia sulla bella cover è fatto di sfiancante e tiratissimo black metal, con un brano tanto semplice ma efficace. Non solo velocità assassina in Pestapokalypse VI, dal momento che nella terza Angel of Retribution i tempi rallentano considerevolmente, lasciando spazio alle melodie soffocanti sopracitate, chiudendo un trittico d'apertura decisamente buono. Per fortuna dei Belphegor il disco si manterrà sempre su questi livelli iniziali, grazie a una produzione molto efficace e adatta alla proposta, ma soprattutto grazie a canzoni molto ben eseguite come la terrificante coppia Pest Teufel Apokalypse e The Ancient Enemy, e la sulfurea Bluhtsturm Erotika.

Diciamo pure che un disco dei Belphegor non offre troppe chiavi di lettura, si ascolta (o meglio si subisce) senza farsi troppe domande, godendo della bravura dei loschi figuri dietro al monicker austriaco, Helmuth e Sigurd (quest'ultimo non proprio un campione di loquacità...), nel confezionare dischi sempre fedeli e coerenti, pur affinando progressivamente il proprio stile. Lucifer Incestus rimane probabilmente ancora insuperabile, ma Pestapokalypse VI è, a mio avviso, un ottimo successore del fiacco (a lungo andare) Goatreich - Fleshcult.



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