Malena
Inverno

2011, Grace Orange
Indie

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 19/01/12

Francesca Vassallo, in arte Malena, è un volto emergente del panorama musicale al femminile del nostro paese, che in fatto di belle voci ha quasi sempre saputo catturare l'attenzione di critica e pubblico, spesso conquistando grandi successi in ambito internazionale. La giovane Francesca può già vantare un curriculum di tutto rispetto, sul quale si fanno notare il diploma conseguito presso il conservatorio G. Cantelli di Novara e la performance, in qualità di voce solista e corista, presso la sede dell'ONU di New York per la proclamazione del millennio della pace, oltre ad un debutto in teatro con la “Carmen” di Bizet e tante altre attività legate all'ambiente operistico... Nel 2011, insieme al chitarrista e manager Luca Montaldo, la cantante entra in contatto con l'etichetta indipendente Grace Orange, che decide di produrre il suo primo album solista sotto la direzione di Paolo Agosta. Nel giro di pochi mesi, ecco tra le nostre mani “Inverno”, un disco che sin dal primissimo ascolto tradisce un certo grado di inconsistenza e una generale mancanza di ispirazione.

Innanzitutto al team di Malena sembra mancare una direzione vera e propria: il disco alterna momenti elettronici dal vago retrogusto scandinavo (“Qualcosa Che Non C'è”) a fiacchissime sonorità pop rock (“Il Mondo È”), scadendo di tanto in tanto in una noiosa rivisitazione pseudo-contemporanea della solita “Ave Maria” di Schubert - ormai l'abbiamo ascoltata in tutte le salse - o in una cover di Giorgia (“Di Sole E D'azzurro”) che, considerando l'interpretazione altalenante e l'arrangiamento spartano, non può che far rimpiangere la versione originale. I nove brani in scaletta non brillano per chissà quale componente strumentale, ma affogano in un mare di orchestrazioni di cattivo gusto che rende ovattato il suono di qualsiasi altro strumento e infonde, nota dopo nota, un senso generale di stanchezza e monotonia. Con questi presupposti la Vassallo, evidentemente legata al rigore e alla grandeur del canto lirico, non riesce quasi mai ad adattarsi alle linee vocali soffuse imbastite appositamente per lei. Impossibile, quindi, trattenere una risatina isterica sulle note di “Mi Lasci Sola”, un simil-tango dal testo sconcertante che riporta la mente alle balere delle sagre di paese, con le consuete coppie di nonnini che si “scatenano” allegramente a passo di danza. L'unico brano vagamente ispirato contenuto in “Inverno” potrebbe essere la cover in chiave operistica del celebre brano jazz “Summertime”, ma considerando le esperienze di cui sopra, che dovrebbero quanto meno garantire una certa preparazione tecnica da parte della Vassallo, risulta difficile credere che canzoni come questa possano in qualche modo esaltare il tanto millantato talento dell'artista in questione.

Urgono composizioni più snelle ed efficaci, una produzione più incisiva e, soprattutto, una netta presa di posizione: saltellare da un genere all'altro nel tentativo di capire dove andare a parare con un disco che sembra aver perso completamente la bussola non aiuterà di certo la cantante a farsi conoscere presso il grande pubblico. Qualcuno ha detto che "l'inverno di Malena è pop lirico"... Bene, quando arriva la primavera?



01. Inverno
02. Il Mondo È
03. Nell'Immenso (Primavera)
04. Di Sole E D'azzurro
05. Il Sole (Estate)
06. Summertime
07. Qualcosa Che Non C'è
08. Mi Lasci Sola
09. Ave Maria

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