Reverie
Wandel

2011, Napalm Records
Gothic

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 03/01/12

Esiste forse un fenomeno naturale migliore di una tempesta per richiamare la corrente pre-romantica tipicamente tedesca dello Sturm und Drang? Ovviamente no, e i Rêverie di Max Leonhardt sembrano averlo capito fin troppo bene, tant'è che “Sturm”, l'opener del loro album d'esordio, si apre su rumori di tuoni, vento e pioggia, presto spazzati via da un riff di pianoforte che trasuda un forte senso di malinconia e nostalgia di tempi passati. Se tutto ciò non bastasse, l'atmosfera generale dell'opera è resa ancor più suggestiva grazie ad un impianto melodico di pregevolissima fattura, come se i momenti più ispirati degli ultimi Lacrimas Profundere e di tante band analoghe fossero stati condensati in un ottimo album-tributo alle sonorità gothic rock/metal, mentre le lyrics in rigorosamente in tedesco (guarda caso) infondono maggiore pathos e una verve autentica ad un genere spesso abituato ad esprimersi secondo i canoni di un inglese piuttosto prevedibile e stereotipato.

Musicalmente parlando, il quartetto di Münster, alla pari di tante altre formazioni emerse negli ultimi anni, non inventa un bel nulla e in questo “Wandel” l'innovazione è una componente alquanto latente. I pregi di un simile album, come avrete capito, sono ben altri: la capacità di riscattare un genere quasi sempre debilitato da canzoni fiacche e ripetitive e da band che continuano a sfornare dischi per pura inerzia, per fare un esempio. Nel full-length in esame, uno dopo l'altro i brani si susseguono e catturano l'attenzione dell'ascoltatore ora grazie ad una melodia irresistibile (la già citata “Sturm”), ora grazie ad lavoro di chitarra particolarmente ispirato (“Nebel”), ad un pianoforte zuccheroso (“Mond”) o ad un arrangiamento elettronico che quasi sfiora l'industrial metal dei Rammstein (“Hexe”). I Rêverie evitano addirittura lo “spauracchio” della gothic band tutta fumo e niente arrosto pronta a sfondare su Mtv, grazie ad un growl quasi onnipresente e memore di lontani vagiti doom che saprà sdoganare la band presso territori prettamente metal.

Se proprio dobbiamo trovare un vero e proprio difetto in “Wandel”, questo è sicuramente la sua lunghezza eccessiva: le melodie sono quasi sempre trascinanti e ben congegnate, ma dopo una decina di canzoni l'attenzione comincia a scemare e l'ombra della monotonia avanza minacciosa. Starà alla band lavorare su questo piccolo difetto (possibilmente aggiungendo un pizzico di originalità in più) per dare alla luce un follow-up che confermi le notevoli qualità di una delle formazioni più promettenti degli ultimi anni in campo gothic.



01. Sturm
02. Heliodromus
03. Nebel
04. Mond
05. Sommer
06. Hexe
07. Abgrund
08. Die Stadt
09. Ewigkeit
10. Wandel
11. Erinnerung
12. Schwarze See (Bonus Track)
13. Ruhmlos
14. Mond (Extended Version)

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