Greg X
Dream

2011, Autoproduzione
AOR

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 31/12/11

Greg X, chi è costui? Guai a farsi ingannare dalle apparenze, dietro questo enigmatico monicker si nasconde un chitarrista fra i più eclettici e rispettati dell’underground britannico, ma più che di un musicista di professione sarebbe più appropriato parlare di addetto ai lavori: Greg, nato in Polonia ma cresciuto in terra d’Albione, è infatti un’insegnante di prim’ordine, fondatore della “Wimbledon School Of Guitar”, famoso in tutto il Regno Unito per le sue clinic e i suoi innovativi metodi didattici. Non da meno, è uno stimato collaboratore del portale “Ultimate Guitar”. Insomma, uno che il mestiere lo conosce bene come si intuisce sin dal primo ascolto di “Dream”, il suo debutto assoluto.

L'album è un vero e proprio tributo all’AOR degli anni ’80, infarcito di echi e rimandi a band quali Europe (“Stand Up”), Rainbow (la strumentale “Victory”) e Whitesnake (“How To Love”… che ricorda guarda caso “Is This Love”), giusto per citarne alcune. I riferimenti al gotha del rock melodico non mancano e sono anche piuttosto evidenti, ma il punto è un altro: Greg X si pone semplicemente l’obiettivo di suonare il genere che più gli piace e di farlo in maniera eccellente. Si capisce dalla durata del disco, appena quaranta minuti di musica che non sconvolgono nessuno, ma con cui il chitarrista inglese punta a regalare momenti di ottimo rock senza disdegnare di ricorrere al tanto bistrattato “già sentito” ove ne ravveda la necessità. Lo stile di Greg non presenta particolari elementi di novità rispetto ai classici, caratterizzato com’è da un forte appeal radiofonico (alla Kee Marcello per intenderci) e spunti neoclassici di stampo "blackmoriano". Spunti che prendono la forma migliore nella conclusiva “ Victory”, una traccia strumentale che merita un discorso a parte, caratterizzata da atmosfere solenni e ariose melodie di chitarra, nella migliore tradizione del rock neoclassico. L’andamento marziale la fa sembrare quasi un canto di vittoria e non è un caso che lo stesso Greg abbia proposto “Victory” come inno ufficiale delle prossime Olimpiadi di Londra.

“Dream” è un disco che punta decisamente in alto almeno da un punto di vista tecnico/esecutivo, impreziosito peraltro dalle quattro ottave di estensione del vocalist Ken Tamplin’. Forse il genere è suonato in maniera un po’ accademica e non potrebbe essere altrimenti, visto il background dell’artista, ma tutto sommato siamo anche disposti a perdonarlo: “Dream” regala quaranta minuti di piacevole ascolto, otto pezzi ben eseguiti ed orecchiabili che faranno la felicità di tutti gli appassionati del vecchio rock melodico.



01. As World Spins 'round
02. Dream The Dream
03. How To Love
04. Wake Me (Before You Go)
05. Stand Up
06. Love And Hate
07. Waiting On You
08. Victory

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