Isole
Born From Shadows

2011, Napalm Records
Doom

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 25/11/11

Gli svedesi Isole sono in giro da soli sette anni, ma hanno già consegnato ai posteri una quantità piuttosto consistente di pubblicazioni (stiamo parlando di ben cinque full length, un EP e uno split con i connazionali Semlah). L'ultimo parto discografico del quartetto di Gävle, intitolato “Born From Shadows”, segue la scia dei predecessori e s'inserisce a pieno titolo nella corrente epic doom metal che vede nei Candlemass e nei Solitude Aeternus i suoi principali portavoce. Nonostante l'evidente assenza di uno stile che possa considerarsi in tutto e per tutto personale, gli Isole, che hanno fatto della qualità della loro proposta un vero e proprio marchio di fabbrica, non mancano di coinvolgere l'ascoltatore nel corso dei sette lunghi brani che compongono l'opera.

I primi minuti del disco scorrono senza particolari sussulti, tra riff ossessivi e massicci, sporadici assoli ed arpeggi sinistri in mezzo ai quali s'insinuano le vocals evocative di Daniel Bryntse, affiancate in più occasioni dal violento scream del bassista Henka. L'opener “The Lake” e la successiva “Black Hours” ci mostrano una formazione che, con la giusta dose di buon gusto e perizia tecnica, si limita a seguire alla lettera il manuale del buon doom metaller, senza mai uscire dagli schemi, ma le sorprese non si faranno attendere ulteriormente. Nella titletrack troviamo infatti sottofondi di tastiera, cambi di tempo, parentesi atmosferiche ed accelerazioni improvvise che rimandano alla scuola progressive e rendono il quadro sonoro più vario e coinvolgente rispetto a quanto, spesso e volentieri, accade sui dischi di altre band dello stesso genere; rimane solo una piccola punta di rammarico per aver dovuto attendere fino alla terza traccia pur di cominciare a godere appieno della musica del quartetto. Fortunatamente da qui in avanti il disco s'arrampica in una scalata estenuante (in senso positivo, stiamo pur sempre parlando di un disco doom metal) verso scenari di pura desolazione e malinconia, con la riuscitissima “Come To Me” che porta la tensione dell'ascoltatore alle stelle, facendolo sprofondare in un abisso di grigia inquietudine, e la danza macabra di “My Angel” che quasi sembra strizzare l'occhio agli ultimi lavori dei My Dying Bride, maestri indiscussi di queste sonorità.

Gli Isole non tradiscono le aspettative di chi li ha apprezzati con gli album precedenti e, senza uscire dai propri schemi, confezionano un disco destinato ad appagare gli animi tormentati dei doomster di mezzo mondo. Ogni genere musicale ha bisogno di bravi mestieranti e, se siete tra coloro che non cercano l'originalità ad ogni costo, questo è il genere di band che fa al caso vostro.



01. The Lake
02. Black Hours
03. Born From Shadows
04. Come To Me
05. My Angel
06. Condemned
07. When All Is Black

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