Lonely Kamel
Dust Devil

2011, Napalm Records
Stoner

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 07/11/11

"Dust Devil" è un di quei titoli che, da solo, lascia intendere che il disco non cerca nessun effetto sorpresa. Stiamo parlando di stoner, d'accordo, compatto, roccioso, ruvido,ma stiamo anche parlando di una di quelle operazioni destinate a saziare soprattutto le pance di quanti preferiscono, a scapito della ricerca culinaria, una bella pasta al sugo. Abbiamo i diavoli, abbiamo la polvere, abbiamo i riff, abbiamo il blues, il tutto in una prateria costellata di reminiscenze varie (e qualche citazione di troppo). Un piatto così piccante che immagini provenire da Dallas o giù di lì è, invece, una vivace imitazione proveniente dalla glaciale Norvegia, terra di questi Lonely Kamel.

All'origine era il verbo dei Black Sabbath, padri che aleggiano ovunque in modo onnipresente, in seguito furono i Kyuss, senza risparmiare, ex machina, la parola dei Cream e dei Deep Purple. Se questa stirpe vi piace il risultato non potrà dispiacervi.

La prima portata è una cofanata di blues desertico: slide guitars, tempo dilatato sul giro tradizionale, per il gusto di scuotersi con l'aggiornato registro di ZZ Top e compagnia. Segue l'hard rock macho di "Evil Man" ("uccidere un uomo è facile quando sei cattivo come me"). Cocktail di plagi è, invece, "Blues For The Dead" a cavallo tra "War Pigs" dei Sabbath "Black Night" dei Deep Purple e "Thumb" dei Kyuss, ad ogni buon conto la fusione di tre capolavori non può che risultare quantomeno piacevole. Qualche sprazzo quasi-doom dilata oltre la soglia della pazienza "Seventh Son": se le idee non sono molte sarebbe meglio non allugarle oltre il dovuto (7:45). Più avanti convince di più "Roadtrip With Lucifer", anche se la gita di strada con il Maligno deve aver traviato i nostri verso la scopiazzata pressochè globale da "Caterpillar March" (Kyuss). Ultime vittime, in chiusura, i Cream (fra "Crossroads" e "Sunshine Of Your Love") che vengono immolati nelle note di "Whorehouse Groove", chiusura allegra, ma anche un po' insignificante.

Non è questo il caso della band che, senza inventare, trascina con la forza del cuore o delle brillanti composizioni: onestamente, di Diavoli di Polvere non solo se ne sono già visti molti prima, ma sia di più cattivi, sia di più polverosi. 



01. Grim Reefer
02. Evil Man
03. Blues For The Dead
04. Rotten Seed
05. Seventh Son
06. The Prophet
07. Ragnarökr
08. Roadtrip With Lucifer
09. Hard To Please
10. Whorehouse Groove

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