The Vaccines
What Did You Expect From The Vaccines?

2011, Columbia
Alternative Rock

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 17/08/11

Recensione a cura di Cesare Giubbolini

Cosa ci aspetteremmo dai The Vaccines? Gruppo esordiente costituito in poco tempo e, a quanto sembra, salito alla ribalta in un tempo altrettanto minore? Il perché della domanda che dà il titolo al loro album è di facile intuizione, ascoltate “Wreckin Bar (Ra Ra Ra)” e poi ditemi voi se non è lecito avere aspettative su questi Signori Vaccini.

I The Vaccines ci presentano un indie rock variegato, con tanta influenza Libertines ma anche un cuore più riflessivo e pensieroso che ricorda un po' gli Editors. Da questa breve descrizione si capisce che i quattro non rappresentano niente di nuovo, ma questo non impedisce loro di essere dannatamente buoni; come dire, una mela avrà sempre il sapore di una mela, ma tutti sappiamo che quella colta dall'albero e mangiata, è più gustosa di quella comprata al supermercato ed addentata dopo tregiorni di riposo al caldo della fruttiera di casa nostra... Ecco, questa è l'immagine che meglio si addice al quartetto londinese.

Al primo ascolto, forse, le vostre aspettative saranno deluse, ma bisogna dare una seconda (ma anche una terza e una quarta) possibilità a quest'album: è bene precisare che “What Did You Expect From The Vaccines?” non è un disco da ascoltare in casa, ma è un lavoro che ha bisogno di aria, ha bisogno di stare all'aperto e necessita movimento, darà il massimo in una giornata di sole, mentre corriamo, pedaliamo, camminiamo o semplicemente viaggiamo, in macchina o in treno. Due semplici istruzioni dunque: 1) uscire fuori, 2) premere play

“Wreckin Bar (Ra Ra Ra)”, in apertura, ha un gusto marcatamente Ramones e riesce a darci la visione di una ragazza carina che sta bevendo in un bar leggendo Francis Scott Fitzgerald... Un'immagine semplice, ma che riesce a far sognare. “If You Wanna Come Back” affronta in modo speranzoso (e qui mi riferisco non solo alle parole, ma sopratutto alla musica) la rottura di un rapporto, indicando quel piccolo desiderio che sta in fondo al cuore di tutti quelli che vengono lasciati contro la propria volontà. Un altro dei punti più alti del disco è la bellissima “Post Break-up Sex”, il titolo è tutto un programma, ma la canzone sembra una versione triste di “Diana” di Paul Anka ed è questo che gli dà quel fascino melodico e un po' retrò; il testo, inoltre, è ben scandito e facilmente comprensibile anche a chi mastica poco l'inglese.

Non si può essere sempre frenetici, e ce lo ricordano “Wetsuit”, “A Lack of Understanding” e “Blow It Up”: i pezzi più lenti, ma anche quelli che ci concedono una pausa dall'energia di questo disco. In “Norgaard”, qualora lo vogliate, troverete sempre un'ottima accelerazione, così come è da godere, con un po' di vento in faccia, il tentativo dei nostri di darsi un'aria epica cantando “Cos I will one day shine with you” nella bella “All in White”. Si chiude tutto con “Family Friend”, ed è arrivato il momento di una pausa, fermatevi e assaporate questa voce, questa chitarra, questo ritmo che si impongono pian piano: “You wanna get young but you're just getting older”, una volta presa una tale sberla ed appurata questa verità universale, aspettate sereni la ghost track che i ragazzi londinesi ci regalano, un suono nudo di pianoforte e la voce del cantante  sfumata e lontana che ci risollevano dallo schiaffo appena ricevuto.

Alla fine di tutto questo troverete che “What Did You Expect From The Vaccines?” è un album energico ed energetico, che non ci risparmia momenti pensierosi, anzi, riesce anche da quest'ultimi, a trovare e produrre energia: una ventata d'aria fresca che, tutto sommato, fa sempre bene. Non sono forse queste le caratteristiche che cerchiamo sempre in un buon album d'esordio?



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