Limp Bizkit
Gold Cobra

2011, Interscope/Polydor
Nu Metal

Un revival poco riuscito dei tempi che furono. I Limp Bizkit non riemergono dalle ceneri
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 23/06/11

Annunciato da tempo come il grande ritorno dei Limp Bizkit, dopo un'attesa di ben sei anni dall'ultimo album “The Unquestionable Truth (Part 1)”, “Gold Cobra”, il sesto lavoro in carriera, arriva finalmente sul mercato.

Inutile girarci intorno, la missione di “Gold Cobra” è quella di riportare la band ai fasti di “Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water”, quando la formazione capitanata da Fred Durst dominava le classifiche rock/nu metal del pianeta. Da allora, i due dischi successivi, oltre a numerosi dissidi interni e cambi di formazione, hanno lentamente messo i nostri in disparte, tanto da far riunire la band originale e tentare con questo nuovo full l'ultimo colpo di coda. Dunque che dire... Per prima cosa dovremmo chiederci se i nostri hanno bene a mente la cognizione del tempo in cui vivono. Il 2000 è passato da un pezzo, musicalmente siamo in una diversa era “geologica”, ha senso riproporre un revival delle sonorità di fine anni 90 che fecero la fortuna di tante band nate e morte nel giro di pochi anni? Dolce l'uva quando tutti i media parlano di te, quando puoi permetterti di accendere gossip con le più famose stelline del pop, quando, dall'alto del tuo potere mediatico, puoi affrontare “a muso duro” musicisti come Zakk Wylde (celeberrimo il suo monito live “Limp Bizkit sucks dick!”), Trent Reznor, Bruce Dickinson e tanti altri. Insomma parliamoci chiaro, che piacciano o no, i Limp Bizkit sono stati tra le più famose band tra la fine degli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio, con milioni di copie vendute e orde di fan in ogni angolo del mondo.

Impressionante il riscontro mediatico ricevuto in quegli anni. Ricordo un viaggio nella grande mela (nell'estate del 2000) in cui non c'era magazine musicale che non avesse Fred Durst in copertina, non c'era emittente o canale che non trasmettesse “Nookie”, per non parlare di quando arrivò mesi dopo “Take A Look Around”, praticamente i livelli di una pandemia. Solo una formazione teneva testa ai nostri, nove pazzi in maschera che rispondevano al nome Slipknot. Perdonate la digressione personale, ma questo offre lo spunto per affrontare il discorso centrale di “Gold Cobra”. Tante band fecero fortuna col nu metal, genere facile da suonare, immediato, fatto e rifinito per una larga fascia di pubblico, scoppiato al “momento” giusto. Poche band seppero poi sopravvivere alla flessione e alla morte del genere. E non è un caso se gli Slipknot ricoprono ancora le copertine di quelle riviste... Musicisti superiori, ma soprattutto abili a capire l'andazzo del mercato e ad adeguarsi, cambiando pelle, quasi snaturandosi, ma sopravvivendo alla grande, anzi, diventando sempre più ricchi e famosi. Di esempi di gruppi falliti e vittoriosi ne potremmo farne a decine, tra quelli meno fortunati, i più ingombranti sono proprio i Limp Bizkit.

Le cause sono tante, essenzialmente ne possiamo ascrivere due. Primo: i nostri, anche nei momenti di massimo fulgore, non hanno mai brillato per meriti artistici particolari, intesi come tecnica, songwriting ecc... Quindi non stupisce che venendo meno l'interesse per il genere, si siano trovati spiazzati e titubanti sul futuro (vedi i tentativi, con gli ultimi due lavori, di cercare una nuova via). Secondo: probabilmente i Limp non si sono accorti in tempo che il vento stava cambiando, credendo di poter vivere di rendita in un mondo spietato come il music business. Tutto questo per arrivare a “Gold Cobra”, un album dei Limp Bizkit, alla Limp Bizkit, la naturale prosecuzione di “Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water”, uscito però con oltre dieci anni di ritardo. Quindi in un'era geologica completamente diversa, con un pubblico diverso e in un clima diverso, in cui il loro ritorno sula scena non scatena più frenesie particolari.

Un ritardo che basterebbe a influire sulla valutazione, essendo sostanzialmente un disco anacronistico, ma al quale si aggiunge una scarsissima ispirazione, una mera ripresa di vecchi stilemi che ora, nel 2011, suscitano tuttalpiù qualche sorrisino e basta. Il canovaccio è quello di sempre, la chitarra di Wes Borlan a dettare le danze, con i soliti giri durante le strofe e le “esplosioni” nei ritornelli, solida sessione ritmica, ampio contributo di DJ Lethal e le prevedibili linee vocali di Durst, più a suo agio nelle parti rappate, che nei momenti più cantati. Canzoni semplici, brevi, che scivolano via senza giri di parole, in un continuo tentativo di rinverdire i bei tempi andati. Obiettivo fallito, nonostante qualche buona trovata qui e là (certamente “Shotgun” avrebbe scalato le chart mondiali dieci anni fa), ma tantissime banalità che avrebbero dovuto essere evitate meglio, visto il tempo a disposizione. “Gold Cobra” cade nella ripetitività di pezzi praticamente già ascoltati a suo tempo, senza riuscire a donare spessore né identità. Il singolo “Gold Cobra” (con video annesso fatto di boobs e supercar) mette già sull'attenti, senza contare alcune cadute di stile imbarazzanti come “Douche Bag” o 90.2.10, davvero troppo poco per una band come i Limp Bizkit. Se a questo aggiungiamo che la parola "fuck" viene declinata in tutte le maniere possibili, e che Durst (ormai uomo quarantenne) ripeti “don't give a fuck” almeno una dozzina di volte in pochi minuti, denotando testi certamente non profondi, direi che la frittata è fatta.

In fin dei conti un ritorno più deleterio che altro, che difficilmente potrà far breccia negli ascoltatori di allora, che si spera siano maturati a ben altro, che ai giovani di oggi. Forse la definitiva pietra tombale per un intero movimento che ha già dato tutto anni fa e che continua solo sull'onda del ricordo (qualcuno ha detto Korn?). Con oltre cinquanta milioni di dischi venduti in carriera, io starei tranquillo a godermi una dorata pensione, piuttosto che fare musica del genere.



01.Introbra

02.Bring It Back

03.Gold Cobra

04.Shark Attack

05.Get a Life

06."Shotgun

07.Douche Bag

08.Walking Away

09.Loser

10.Autotunage

11.90.2.10

12.Why Try

13.Killer in You

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