Frizzante creatura fronteggiata dalla bionda Astrid Dante, "On A Bittersweet Ride" ci catapulta un po' indietro. Sì, suona tutto piacevolmente anacronistico. Il contesto in cui esce questo album sembra aver così poco dell'innocenza sixties che, invece, trasuda da tutto il cd; in fondo tuffi all'indietro come questo possono dar prova di come la musica possa  semplicemente fluire da altra musica, senza che l'ambiente intorno conti troppo. Degli anni 60 questi ragazzi ovviamente hanno solo esperienza indiretta, eppure a sentirli sembrano conoscerli molto, molto bene. I motivi si cantano, si ballano, a ritmi abbastanza sostenuti, vien da dire un po' da spiaggia. In genere bastano meno di tre minuti per sfoderare più o meno sempre la stessa formula: un andamento surfante, quella voce dal sentore punk e giri dalla presa sicura sui cuori nostalgici per un'allegria quasi irreale.

Il disco scorre, come prevedibile, leggero e sincero facendo discretamente il suo. Fra le piccole chicche della scaletta la cantabilissima "Rollercoaster", veloci passaggi di tastierina Casio e melodie anni 60 più che mai, "Chords & Wine", un altro brano da ballo scanzonato fra arpeggi cristallini e piacevoli amarcord, infine con umori un po' più agrodolci "Up all Night" azzecca l'ulteriore ritornello. Il livello medio dei pezzi resta comunque  soddifacente per tutta la durata del disco, sempre coerente, ma senza ripetersi all'eccesso.

Il power pop dei Miss Chain & The Broken Heels in fondo non è molto più di questo: canzonette dichiarate, da canticchiare, da metter sul giradischi vintage in qualche festicciola. Preso per quel che è compie la sua missione.