Schwefelgelb
Das Ende Vom Kreis

2010, Tapete Records
Elettronica

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 09/04/11

Descritta dalla press note in mio possesso come una miscela di elettronica, new wave e sonorità “goth”, la musica di Sid e Eddy, in arte Schwefelgelb, suona alle orecchie di chi scrive come un'elettronica tout court, quadrata, minimale e in definitiva molto più adatta ad una serata in un club all'ultimo grido in una capitale del Nord Europa che alla riproduzione su stereo all'interno delle mura domestiche. New wave e gothic, per come li intende il sottoscritto, non sono altro che uno specchietto per le allodole, nel caso analizzato. Al massimo si potrebbe parlare un retrogusto appena percettibile, ma non è il caso di allargarsi troppo.

La stessa press note ci informa in merito al successo ottenuto dalla band nei locali e nei festival più trendy di mezzo mondo, mettendo in evidenza la qualità estetica delle performance dei Nostri, molto raffinate nella loro componente visuale (si parla addirittura di due ballerini, Nyx e Hal, che accompagnano il duo nelle date live dando vita ad uno show particolarmente gradevole all'occhio e vicino alle tendenze artistiche del nuovo millennio).

Ebbene, dopo queste premesse vi starete sicuramente chiedendo quale ruolo giochino le canzoni di “Das Ende Vom Kreis”, secondo full length in casa Schwefelgelb, in questa ostentatissima cura del dettaglio. La risposta è abbastanza immediata: nessuna. O meglio, in casi come questo la musica ha tutta l'aria di essere un semplice contorno. Il duo teutonico ci propone essenzialmente due tipologie di brani: quelli più “taglienti”, caratterizzati da beat spigolosi, algide sonorità elettroniche e vocals completamente atone, via via sostituiti da episodi in cui tastiere e linee vocali più vicine al canto comunemente inteso prendono il sopravvento disegnando intrecci melodici aggraziati ma tutt'altro che avvolgenti. Ne risulta un quadro estremamente freddo, volutamente privo di qualsivoglia componente emotiva.

Un disco come questo potrà anche fare impazzire i dj più in voga del momento, i patiti del dancefloor e i cultori dell'elettronica meno convenzionale. Difficilmente, però, i lettori di SpazioRock (affezionati, come presumo, a ben altre espressioni artistiche) troveranno in questo disco il benché minimo spunto d'interesse.



01. Intro
02. Wie ich heiss
03. Alle Sterne
04. Wie jeden Tag
05. Zu Zweit
06. Rückwärts Vorwärts
07. Unser eigener Müll
08. Solange du atmest
09. Schwarz Weiss
10. Von allem zu viel
11. Regen aus Rosenquarz
12. Ganz egal was ich mach

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