Saille
Irreversible Decay

2011, Code666 Records
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 03/03/11

La nostrana Code666 si dimostra davvero di occhio lungo nel mettere sotto contratto le band. Dopo il secondo full lenght degli inglesi Fen, disco che ha dato il via in maniera (per quanto mi riguarda) eccezionale alle uscite black metal del 2011 è il turno dei Saille, combo belga qui al suo debutto. Il gruppo si muove secondo i dettami del black metal sinfonico, ma non cadete nell’errore di sottovalutarlo: “Irreversible Decay” nasconde numerose piacevoli sorprese per quegli ascoltatori che avranno la pazienza di scoprirlo.

Sebbene infatti la base di partenza dei Nostri sia la lezione insegnata dai Dimmu Borgir, i Saille aggiungono elementi propri, allargano gli orizzonti, creano panorami sonori ben riassunti dalla copertina dell’album: aride e desolate grotte naturali dalle immense volte, squarciate da crateri nei quali si aprono voragini scavate dalla potenza delle acque di una cascata e si ergono picchi rocciosi sui quali tentano di crescere sparuti alberi, illuminati da un timido sole che filtra dalle aperture sovrastanti. La potenza e la ferocia primordiale del black classico unita al gelo che solo certe band sapevano trasmettere con efficacia, il tutto fuso a atmosfere che sanno farsi anche epiche e maestose, terribili nella loro spazialità. E’ dunque un black metal sinfonico di “nuova generazione” quasi, che cerca di aprirsi verso strutture meno pompose e teatrali, pur mantenendo il suo originale appeal titanico e imponente e le strutture melodico/ritmiche già conosciute grazie alle band che per prime le hanno introdotte.

Andando più al sodo, sono nove i brani inseriti dai Saille nel loro debutto, per una durata complessiva di neanche cinquanta minuti: le canzoni, lunghe nella giusta misura, alternano al loro interno svariati momenti, passando dalla furia a sezioni più atmosferiche e “ariose”, strizzando l’occhio anche a parentesi più sperimentali che hanno il pregio di movimentare maggiormente il tutto. La qualità media è davvero alta per essere un debutto, anche se, va detto, certi pezzi tendono alla lunga a pestarsi i piedi, finendo col copiarsi certe linee di chitarra o alcune melodie. Il che di fatto può sia risultare fastidioso sia dare un senso di continuum incessante, come un lungo viaggio o una apnea prolungata in questi oscuri mari sonori. Fermo restando quanto detto non si può non ammirare i Nostri per brani come “Overdose Of Grey” o “Maere”, in grado di giustificare appieno l’aggettivo “epico” che più volte ho usato per i Saille, ma in generale come anticipato il livello medio rimane abbastanza alto, pur con qualche sbavatura qua e là.

“Irreversible Decay” è un buonissimo disco di black sinfonico, e i Saille sono sicuramente una band interessante e dalle grandi potenzialità. Tanto di cappello all’etichetta che li ha sotto contratto quindi, che è stata in grado di percepire ciò che, in potenza, il gruppo potrà diventare. Già il prossimo album, se si continua su questa strada e si migliorano le poche cose ancora da migliorare, potrebbe infatti diventare un vero e proprio masterpiece, ma questo dipende solo dal gruppo: con una label come la Code666 alle spalle però i risultati sperati di certo non tarderanno a arrivare.




01. Nomen
02. Passages of the Nemesis
03. Overdose of Gray
04. Plaigh Allais
05. The Orion Prophecy
06. Revelations
07. Maere
08. Tephra
09. Tremendous

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