Kells
Lueurs

2009, C & P Savage Production
Nu Metal

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 26/01/11

I francesi Kells, già dallo scorso “Gaia”, seppero diversificarsi dalle classiche female fronted metal band (come ce ne sono a centinaia sparse lungo la nostra Europa) grazie ad innesti estremamente modernisti all’interno del classico symphonic metal proposto di default da formazioni di questo tipo, innesti talmente forti e caratterizzanti (anche nell’immagine), che i Nostri possono essere classificati tranquillamente come una band nu-metal “sporcata” di gothic.

Certo, ascoltando come questo “Lueurs” comincia, le parole che ho appena scritto non suonano troppo convincenti: “Réminiscences” è la classica introduzione strumentale di impatto gothic, il primo songolo “Avant Que Tu” comincia a mostrare segni di modernità grazie a dei synth che si intromettono sempre più sfacciati dentro al classico tappeto di violini e cori gregoriani, “La Sphère” inizia ad introdurre il classico groove nu-metal di basso, mentre è con “Délivre-Moi” che la trasformazione dei Kells diviene completa. Da lì in avanti, l’album si muove su queste coordinate “Nu”, senza disdegnare tempi più rallentati ed atmosferici nei power mid-tempo di “In Utero” e “Le Ciel”, la chiusura per chitarra acustica e voce di “Sur Le fil”, oppure inserti di cori gotici ed orchestra che chiudono le sfuriate al limite del crossover di “Mes Rêves”, “Sans Teint” e “Le Dictat Du Silence”.
Le due anime della musica dei Kells, poi, vengono amalgamate alla perfezione dalla voce di Virginie Goncalves, una cantante che sa essere estremamente grintosa e delicata, quando necessario, senza risparmiarsi dal raggiungere con sfacciata energia tonalità alte. Perfetta, quindi, per il ruolo (notoriamente assai difficile) che è chiamata a svolgere.

Tuttavia, anche la voce di Virginie sembra soffrire dello stesso difetto che colpisce questo disco: nonostante tutte le belle parole spese sinora, “Lueurs” soffre di uno scarso dinamismo del quadro sonoro d’insieme. E’ un grande peccato, perché la strada intrapresa dai Nostri è sicuramente vincente, in quanto questo disco dimostra sufficiente personalità e fascino per lasciarsi ascoltare volentieri sino in fondo, ma con un poco di sforzo in più in sede di composizione, innestando quel pizzico di estrosità fantasiosa, ci si sarebbe potuti portare quest’opera nel cuore per molto a lungo.
E se si può salutare l’abbandono di atmosfere prettamente pop che pervadevano il primo inciso dei Nostri sicuramente con un entusiastico favore, altrettanto certo che la strada per i Kells è ancora lunga per poter sfornare il lavoro che possa risultare ampiamente convincente.

Vedremo se in francesi, con il nuovo parto discografico in arrivo quest’anno, sapranno consolidare i buoni propositi avviati da questo inciso; nel mentre, il sottoscritto si sente di consigliare fortemente l’ascolto di quest’opera a tutti gli appassionati di “donne nel metal”, poiché le probabilità che possiate restare rapiti dai Kells è esattamente la stessa con cui potrebbero lasciarvi perplessi.



01. Réminiscences
02. Avant Que Tu
03. La Sphère
04. Délivre-Moi
05. In Utero
06. Merveilles
07. Mes Rêves
08. Lueur
09. Le Ciel
10. Ailleurs
11. Sans Teint
12. Le Dictat Du Silence
13. Sur Le Fil

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