Seventh Wonder
The Great Escape

2010, Lion Music
Prog Metal

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 18/01/11

Certi dischi non vanno valutati tramite una schematica analisi della loro struttura e dei contenuti, ma vanno apprezzati per quel che trasmettono e per come lo fanno, e basta. Poi si può parlare della loro capacità naturale di comunicare e della loro spontanea armonia nel forzare lo spartito e imprimere su un rigido pezzo di plastica circolare il sentore primigenio di musica. Ma se poche band si annidano in questo secondo caso, figurarsi nel primo.
 
Che sia power, prog, death, black e quant’altro di quotidianamente classificabile non ci interessa. Quel che ci preme sapere è l’effettiva qualità di un’opera artistica e della sua attitudine al saper conciliare testo e melodia in un connubio affascinante e perverso da femme fatale. Perché sì, "The Great Escape" dei Seventh Wonder è un po’ paragonabile alla figura di una donna che seduce e abbandona, senza farsi scrupoli, per il proprio piacere di apparire e per la bramosia di manovrare uomini come marionette. I Seventh Wonder non richiedono particolari presentazioni, quello che vi basta sapere, ancora una volta, è la tenace coerenza di una graduale ascesa qualitativa, disco dopo disco, con la quale gli svedesi hanno sorpreso il panorama globalizzato del metallo sin dal giorno del loro debutto discografico, nel 2005.
 
Sette tracce pulite, ordinate, dal suono cristallino e dalla versatilità micidiale. Sette tracce che denotano un’abilità tecnica invidiabile e un’indubbia vena creativa. Sette tracce che si esaltano nel cantato argentino di Tommy Karevik, formidabile singer della band svedese, e che maturano ascolto dopo ascolto. Sette tracce che incantano come un filtro magico preparato da qualche zingara della regione carpatica intenta a leggere il futuro nelle figure di logori tarocchi. Una bolla di sapone, un’ultima suite, la title-track, che fagocita le precedenti composizioni in un incantesimo musicale. Un album che riposa, docile e paziente, nella pancia di una preziosa botte in mogano selezionata per la fermentazione di un pregiato vino di origine controllata. Cin cin!




01. Wiseman

02. Alley Cat

03. The Angelmaker

04. King of Whitewater

05. Long Way Home

06. Move on Through

07. The Great Escape

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