Katra
Out Of The Ashes

2010, Napalm Records
Symphonic Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 30/10/10

Torniamo a parlare di una scena, quella del female fronted metal, esplosa nell'ultimo decennio (grazie al carisma di Nightwish, Within Temptation, Lacuna Coil e poche altre band) e presto divenuta oggetto delle più feroci critiche per via di un'ineluttabile ciclicità di fondo che a cadenza mensile ci sommerge di dischi piatti, banali e prevedibili dalla prima all'ultima nota... Non fanno eccezione i finlandesi Katra, che, ahimè senza troppe paure, si fanno chiamare con il nome dalla loro stessa cantante, apparendo scontati e privi di personalità sin dalle scelte più basilari.

Già autore di un album omonimo cantato in lingua madre e di una controparte in inglese sinceramente trascurabile come “Beast Within” (2008), il quintetto scandinavo pubblica oggi “Out Of The Ashes”, supportato ancora una volta dall'austriaca Napalm Records. La formula dei Katra è riconducibile al più classico metal melodico di scuola nordeuropea: chitarre onnipresenti, melodie a profusione ed una tenue tastiera il cui unico compito sembra essere quello di stemperare a dovere le parti più heavy dell'opera. A reggere il tutto troviamo la voce dell'avvenente Katra Solopuro, un tempo incline all'emulazione della più famosa collega Tarja Turunen, ma oggi lontana da qualsivoglia tentazione operistica. Il singolo “One Wish Away”, infatti, sembra tracciare in maniera piuttosto definita le “nuove” coordinate stilistiche della band: riff d'impatto, linee vocali ed arrangiamenti decisamente meno pomposi rispetto all'album d'esordio, qualche chitarra acustica dal vago sapore folk ad impreziosire una melodia apparentemente gradevole... Una ricetta, questa, che avrebbe potuto funzionare, se vi fosse stato un guizzo di genialità in grado di elevare queste composizioni al di sopra del mare di banalità nel quale sono rimaste intrappolate. Purtroppo, anziché sviluppare queste buone intuizioni, i Katra si chiudono a riccio su un songwriting monotono e già dopo qualche brano la voglia di premere il tasto “skip” comincia a farsi sentire. In casi come questo, non aiuta nemmeno la voce della bella frontwoman, la cui performance dietro al microfono appare piuttosto sbiadita, se paragonata a quella della maggior parte delle colleghe.

Dispiace bocciare “Out Of The Ashes”, perché le buone intenzioni ci sono e in qualche sporadico caso riescono persino a strapparci qualche consenso (come nella struggente ballad semi-acustica “The End Of The Scene” o nella quasi drammatica “Hide And Seek”), ma, se vorranno veramente stupirci ed emozionarci, i Nostri dovranno impegnarsi al massimo con il prossimo album. Per ora la sufficienza e il successo internazionale non sono altro che un miraggio...



01. Delirium
02. One Wish Away
03. If There Is No Tomorrow
04. Vendetta
05. Out Of The Ashes
06. Envy
07. Mirror
08. Anthem
09. The End Of The Scene
10. Hide And Seek

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