La notte ed i suoi risvolti più ambigui sono i protagonisti assoluti di “Lineare”, album che segna l'esordio discografico del progetto Nevica Su Quattropuntozero di Gianluca Lo Presti, produttore e musicista indipendente già conosciuto ed attivo da una decina d'anni nel panorama indie nazionale. Dieci brani che parlano un linguaggio febbrile e ruvido figlio del post-punk e degli Smashing Pumpinks più acidi (notevole il tributo a Billy Corgan imbastito con il brano omonimo ed esplicitamente sbandierato nelle stesse linee vocali del Nostro) vanno a comporre l'opera, spesso adottando un piglio tipicamente cantautorale che parrebbe riportare alla mente vecchie (e nuove) glorie dell'underground italico. Un ibrido di generi dal taglio (quasi) inedito, che ha ben poco da spartire con il senso della melodia radicato nella tradizione nazionalpopolare: i suoni di “Lineare” sono volutamente distorti, affogati nel vortice psichedelico di un basso, nel rigurgito acido di una chitarra elettrica e nella carezza tagliente di un sintetizzatore.
La notte, dicevamo... Nevica Su Quattropuntozero affronta tematiche scottanti, spesso sforando i confini della cronaca quotidiana, andando a scavare tra il fango ed i silenzi delle cose non dette. Dai solchi di questo disco emergono le voci di personaggi più o meno reali, legati a doppio filo ad una società alienante, tante volte costretti a tacere. Esistenze borderline, al limite della fragilità emotiva (“L'aria è così torrida che non mi fa pensare alle carogne di me stesso che mi fiatano sul collo, leccandomi le guance senza farmi respirare”, canta Gianluca in “Al Limite”), che nelle liriche di “Lineare” trovano un'importante valvola di sfogo.
I brani punteggiati da un'elettronica fine e minimale rappresentano la carta vincente dell'intero progetto. Frizzante in “Stanotte Ho Ucciso Lola” (un brano che ricorda da vicino i Klord, un altro progetto tutto italiano già passato in rassegna sulle nostre pagine), avvolgente in “Bianca È Calma Per L'ambiente” (nella quale non tarderete a riconoscere un tributo ai maestri dell'art rock britannico My Bloody Valentine), romantico e dolciastro nell'accompagnare il duetto tra Gianluca e una candida voce femminile su “La Cura Del Demone” (stupenda), il sintetizzatore funge da filo conduttore tra i vari episodi del disco ed è forse l'unico strumento in grado di risollevare l'attenzione dell'ascoltatore là dove la monotonia sembra fare capolino (“Rapporti Umani Interrotti”, forse il picco negativo di “Lineare”, sembra quasi una versione smorta dei Massimo Volume).
Ottime intuizioni quelle di Nevica Su Quattropuntozero; in casi come questo non sarebbe illecito parlare di rivelazione musicale italiana. Da qualche parte tra Bluvertigo, primi Subsonica e Battiato andrebbero ricercati i termini di paragone più immediati (limitatandoci al contesto nazionale, ovviamente), ma Gianluca si dimostra un artista lungimirante e con grande tranquillità rifugge il mero citazionismo, plasmando un prodotto multiforme e dissonante come la realtà che racconta. Come il fotogramma notturno, inafferrabile che troneggia in copertina.
Nevica Su Quattropuntozero
Lineare
2010, Disco Dada
Alternative Rock