Airiel
The Battle Of Sealand

2007, Highweel Records
Noise Rock / Shoegaze

Probabilmente se legalizzassero l'LSD dischi come questo venderebbero il doppio o il triplo
Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 17/06/10

C'è musica e musica. Certa musica la puoi sentire piano, la puoi sentire a volumi umani, la puoi sentire molto forte, ma non cambierà molto. La prima cosa da dire sugli Airiel è che non fanno quel tipo di musica. No. La prima regola è alzare tutti i volumi, finchè il suono comincia a fare male, perchè questa è musica nata per spazzare via i capelli, per uccidere cellule uditive. Non ha senso il noise rock senza il rumore. E' un modo d' autodistruzione - tipicamente rock - che non credo giovi alla salute, ma che potreste scoprire esser molto, molto divertente. Musica violenta, forse? No, e neanche granchè tecnica. Ma quando entri nell'estetica della band le due cose assumono scarsa rilevanza. Ciò che i Nostri mettono in campo sono degli acidi viaggioni attraverso distorsioni spessissime, giri semplici e ripetuti, voce carica di riverbero, assoli ipnotici.

Gli Airiel nascono a Chicago nel 1997, sono tra i principali gruppi del movimento newgaze, con occhiate piuttosto evidenti alla scena britannica dei primi anni '90, specialmente a Ride e My Bloody Valentine. Dopo anni di EP questo "The Battle of Sealand" è il loro primo full length. E dopo l'appassionata introduzione al mondo noise che gli Airiel rappresentano posso ammettere che in buona parte il lavoro è tutt'altro che riuscito: molti momenti inutili, aridi. E allora? Allora la buona notizia è che i momenti validi non mancano e un paio fra questi sono decisamente esaltanti, tra il meglio che il genere abbia offerto negli ultimi anni.

L'album è popolato da due tipi di canzone: uno più disteso, gravitante sulla melodia, con velleità dream pop e l'altro più allucinato e casinaro. Per il primo genere gli Airiel sono piuttosto negati: in "Thinktank", "Stay" e "Peoria" vorrebbero convincerci su un piano melodico, ma con scarsi risultati; in questo filone rimane pregevole, invece, "Sugar Crystals", grazie all'intervento dell'elettronica di Ulrich Schnauss. Con il secondo genere invece, quando i Nostri decidono di fare musica da scantinato sommerso da fitte cortine di fumo, ci pigliano e parecchio. Analizziamo i momenti migliori. "Thrown Idols": Classico brano Shoegaze alla My Bloody Valentine (in questo caso ricalca "You Made Me Realise") veloce, tirato e convincente. "Mermaid In A Manhole" è ancora più ardente e assordante. Si parte con una grattugia elettrica che in quattro secondi ci dà un'idea dell'essenzialità del giro, una sorta di heavy psychedelia da gustare senza freni inibitori. Arrivando agli apici del cd incontriamo "You Kids Should Know Better": ripetizione quasi costante della stessa serie di accordi magmatici per otto minuti, feedback a go-go, una melodia questa volta efficace, assoli impasticcati fino al midollo, sono questi gli ingredienti del trip alla Airiel. Stesso copione per "The Big Mashup": immaginatevi intrappolati per dieci minuti in un flusso elettrico di tre accordi, in un'epopea combattuta tra sovrapposti effetti chitarristici. Il tutto fino a culminare in un' ideale eiaculazione dove tutti gli strumenti prendono il volo verso l'anarchia più totale. Con canzoni come queste guai a domandarsi cosa stanno suonando, perchè e per quanto tempo.

Facciamo il bilancio di "The Battle of Sealand", un album discontinuo, ma tutt'altro che inconsistente, che non potrà deludere coloro che amano le sonorità acide e distorte da rave rock party. Probabilmente se legalizzassero l'LSD dischi come questo venderebbero il doppio o il triplo. Per ora ci teniamo la nostra sanità mentale e ci concediamo gli Airiel quale piacevole evasione.



01. Introduction
02. Thinktank
03. Thrown Idols
04. Sugar Crystals
05. You Kids Should Know Better
06. Mermaid In A Manhole
07. Stay
08. Peoria
09. The Release
10. Red Friends
11. The Big Mashup

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