Sabaton
Coat Of Arms

2010, Nuclear Blast
Power Metal

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 21/05/10

21 Maggio 2010. Nelle trincee scorre il sangue degli sconfitti mentre il fuoco dei mortai accende la vallata stordita dal clangore degli eserciti. Dall’alto, oltre uno strato di nubi minacciose, risuona l’eco dei caccia militari. Fucili, urla di terrore e coraggio, morte e distruzione. Al calare della notte, sotto una pioggia penetrante, un soldato piange il nome dell’amico perduto.
 
All’alba la squadra speciale Sabaton, come un berretto verde in un’operazione segreta, penetra tra le linee nemiche e raggiunge con forza e astuzia il proprio obiettivo. “Coat of Arms” è il quinto distintivo cucito sulla divisa, il meritato compenso per la band di Falun, Svezia. Dopo la velocità di esecuzione del fulminante “The Art Of War” la band capitanata da Joakim Broden mette da parte i progetti di guerra lampo e, preferendo un’azione meno impulsiva e letale, alimenta l’artiglieria pesante e confeziona un ordigno a scoppio ritardato. I parametri da rispettare sono i seguenti: decisione, audacia, impatto risoluto e accortezza tattica. “Coat Of Arms” rompe gli indugi con l’opener omonima; il brano, di una potenza devastante, è incentrato sulla campagna italiana di Grecia. Le milizie del regime fascista, il 28 ottobre 1940, invadono dalla vicina Albania il territorio ellenico per assoggettare la nazione. A causa della strenua resistenza greca, l’esercito italiano incontra numerose difficoltà e solamente l’intervento delle armate tedesche costringe gli avversari alla capitolazione. I toni della traccia sono altissimi, la carica infinita e il chorus da antologia. Anche la migliore azione militare può incontrare ostacoli lungo il suo sviluppo; la scontata “Midway” rallenta la marcia della nostra squadriglia che non si perde d’animo e trova la svolta con “Uprising”. L’estratto, di matrice epica, rievoca la Rivolta di Varsavia del 1944 quando l’esercito nazionale polacco sorse contro le truppe tedesche per liberare la città, anticipando l’intervento sovietico. “Screaming Eagles” presenta i Sabaton nella loro specialità, il duello a velocità elevata. Il quadro narrativo è lo scenario della famosa Offensiva delle Ardenne. Alla fine del ’44 i tedeschi, tentando di sovvertire gli esiti di una guerra oramai compromessa, sferrano un attacco agli avamposti alleati dell’ovest, lungo il confine tra il Belgio, il Lussemburgo e la Francia. La sconfitta dei nazisti, al pari della resistenza di Bastogne, è passata alla storia. “The Final Solution” è un brano disperato e soffocante che racconta, con struggente melodia, gli errori e gli orrori della propaganda nazista. “Aces In Exile” spezza l’atmosfera greve del brano precedente ponendosi come un frammento epico e incisivo. Gli assi in esilio sono gli aviatori, non di origine inglese, che parteciparono alla storica Battaglia di Inghilterra, quando la Luftwaffe rimediò una clamorosa sconfitta contro la Royal Air Force (RAF). Le discrete “Saboteurs” e “Wehrmacht” ruotano attorno tematiche riguardanti la guerra che non necessitano un particolare approfondimento. “White Death” è un altro brano appassionante incentrato sulla figura di Simo Häyhä, cecchino finlandese che durante la Guerra D’Inverno, conflitto russo-finnico avvenuto alla fine del ’39, si erse per aver abbattuto numerosi militari dell’Armata Rossa. La spietata azione gli valse il soprannome di Morte Bianca. Il finale è affidato a una traccia che si distacca dal contesto bellico. “The Metal Ripper” con il suo carattere esoterico si risolve in un tributo alla NWOBHM e si lascia apprezzare per la melodia e l’incedere coinvolgente. I fanatici scoveranno citazioni leggendarie all’interno delle strofe.
 
La squadra d’assalto Sabaton, dopo il Sacco degli Scaffali, torna in patria carica di medaglie e onorificenze. Gli svedesi, nel giro di un paio d’anni, sono riusciti nell’impresa di inanellare una serie di album convincenti che hanno avuto la forza di ingolosire la Nuclear Blast. Se cercate un power granitico dalle forti tinte epiche accaparratevi "Coat Of Arms". Se, al contrario, foste per la nonviolenza, congedate pure i soldati. La missione è compiuta.




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