Terzo inciso in studio per l’islandese Ólöf Arnalds, e la principale novità di “Sudden Elevation” rispetto ai lavori del passato consiste nella decisione, da parte della Nostra, di comporre un disco completamente in inglese. Non che la Arnalds sia da biasimare: da perfetta gemella di Joanna Newsom quale è, il fatto di cercare di ottenere consensi maggiori (gli stessi della “sorella maggiore”?) attraverso l’uso di un idioma più universalmente comprensibile rispetto all’affascinante quanto ermetico islandese, è un atto che si può tranquillamente accettare e sopportare. Tanto più se, al di là di questo singolo elemento distintivo, tutte le qualità che rendono speciale Ólöf sono ancora presenti.
Per chi non avesse ancora capito di che musica stiamo parlando, siamo di fronte ad un indie pop totalmente acustico e minimale incline alla causa folk, in cui l’unico effetto speciale è la voce dell’artista; in particolare, quella della Arnalds è qualcosa di straordinariamente puro e cristallino: un tremolio flautato come una brezza gentile, allo stesso tempo spietato come un Geyser in piena eruzione. Le atmosfere del disco sono le solite nonché quelle attese, quindi si passa dal sapore fatato (“Return Again”) a quello dreamy (“Fear Less”), senza disdegnare cavalcate country seppur prive – naturalmente - di una roboante sezione ritmica (“Numbers And Names”). Nel mezzo, una spiccata propensione all’uso del controcanto di voci bianche a creare un effetto tanto alienante quanto piacevole (il singolo “A Little Grim”, ad esempio). A parte questo, solo chitarra acustica (arricchita ogni tanto da qualche strumento ospite come l’arpa o una sezione di archi che avanzano in punta di piedi), una batteria spazzolata, voce e tanta voglia di comunicare con l’ascoltatore.
Non c’è davvero molto altro da dire, perché se c’è una cosa che è chiarissima nell’ascoltare l’arte di Ólöf Arnalds, quella è proprio la consapevolezza non solo di essere sin troppo ammiccante nei confronti di una cantantessa americana citata in questo articolo, ma anche e soprattutto di essere costantemente immobile e statica, quindi poco incline all’effetto sorpresa – per usare un eufemismo. Ciononostante, sarebbe quasi criminoso non riconoscere la capacità di emozionare che questo “Sudden Elevation” cela all’interno delle sue 12 tracce, anche e soprattutto grazie una voce che, come acqua fresca di fonte, è in grado di cancellare molte lordure del nostro animo umano. A volte, “solo” questo può bastare.