Dagli esordi hip-hop all’attuale indie pop d’autore, la strada percorsa dagli Amari è di quelle significative, sentieri che attraversano i lustri in una linea evolutiva continua. E non è affatto un caso se la loro ottava escursione discografica si intitola “Kilometri”: tanti quanti fatti dalla band in tour dello scorso “Poweri”, dove i testi (e l’ispirazione) in inglese hanno portato la band assai lontano, a macinare tonnellate di esperienze che ritroviamo distillate, dopo due anni di lavorazione, in questo inciso.
Cominciamo dalle note buone: la forma dei ragazzi è smagliante se si guarda al solo lato dell’arrangiamento, dove ogni brano riserva chicche e strati sovrabbondanti di elettronica e di strumenti pronti da “spelare”. Poi, ci sono almeno tre brani fenomenali in scaletta: la semplice verità proposta con grandissima epicità esistenziale del singolo “Il Tempo Più Importante”, la ballata semi improvvisata tra arrangiamenti a cappella e l’electro-bitch USA di “La Ballata Del Bicchiere Mezzo Vuoto”, e quindi i Blur dispersi in un mare di wave su “Ti Ci Voleva La Guerra”. Via, si dica anche che gli 883 riletti in chiave indie su “A Questo Punto” non sono affatto male!
Ciò scritto, è altrettanto doveroso affermare che i brani si susseguono tutti troppo “dritti” ed immediati, sempre gradevoli - per carità - ma ciò che oggi Dariella, Pasta e Cero (nucleo storico della band, a cui si aggiunge per questo disco anche Leo Fresco) sembrano proporre è un pop che sembra partorito dai Vegetable G più beneducati, o dagli Zero Assoluto più estrosi e fantasiosi; dipende un po’ da come voi volete vedere il bicchiere tirato in ballo dalla band: mezzo pieno o mezzo vuoto? Che sia una o l’altra ipotesi, sempre di una metà si tratta…