Le sensazioni che si provano ascoltandolo sono pienamente riconducibili ad una sorta di pace dei sensi. Sin dall'opener “Heaven Can Wait”, infuso semplice ma efficace che cavalca tanto le influenze pop dei The Corrs, quanto qualche spunto preso in prestito dai Cranberries, i Karnataka condiscono la propria musica con una voce, quella di Rachel Jones, che unisce dentro di sé la maestria di Loreena McKennitt e la magia di Lisa Gerrard, colpendo l'ascoltatore per fascino ed armoniosità. La tracklist scorre come una cascata, fluida e fresca, e ci regala “The Journey” - perla dell'album - un brano che nel suo contrasto tra chitarra acustica e elettrica esalta le suadenti vocals della sopracitata Rachel, regalando più di un emozione. La title-track, attraversata dallo scroscio delle onde, riesce ad esplodere nel finale grazie ad una batteria intima e a una chitarra malinconica, lasciandoci dispersi in mezzo alle onde senza correre il rischio di affogare.
A distanza di dodici anni dall'uscita di “The Storm”, la proposta dei Karnataka suona valida e ben strutturata - sia per quanto riguarda la produzione che il valore artistico della band - e continua ad insegnarci le regole per abbandonarci alla pace e al silenzio attraverso la musica.