Raggi Ultraviolenti
E' Tutto Un Fake

2012, This Is Core Music
Punk Rock

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 19/11/12

Parlando da un punto di vista strettamente personale, questo album è stata una sorpresa. Mai avrei pensato di svegliarmi una domenica mattina e, aspettando che il caffè fosse pronto, fare un viaggio indietro nel tempo di un decennio ascoltando un promo arrivato pochi giorni fa nella cassetta della posta. Da un punto di vista professionale, invece, già dopo avere aperto la busta ero stata attratta da questo album dei Raggi Ultraviolenti, band originaria di Alessandria. La medusa viola in copertina mi aveva fatto sorridere, la... bella ragazza sul retro del CD mi aveva fatto capire che questo è un album decisamente ironico. Di fatto, l'ironia che permea “È Tutto Un Fake” è una delle prime cose che colpisce l'ascoltatore. Sostanzialmente abbiamo di fronte un disco di puro punk rock all'italiana (in stile Punkreas, NOFX e Peter Punk, per capirci), cantato in italiano, che non è stato influenzato dal pop-punk d'oltreoceano che da anni imperversa nelle radio e nelle TV nostrane. Niente melodie radio-friendly alla Blink 182, solo il classico punk rock che si suonava, per l'appunto, dieci anni fa, e che qualcuno ancora riesce a tirare fuori.

Le undici canzoni qui presenti sono tutte strutturalmente molto semplici, come si confà al genere, ma questo non esclude che siano canzoni ben suonate, ben scritte, melodiche al punto giusto e con quel tocco di ironia che ti costringe a sorridere, se non addirittura a ridere in maniera sguaiata, mentre ascolti. Pezzi come “Intro”, che spiega cosa sia un fake nel mondo di internet in maniera quasi accademica, per poi sfumare attraverso il cambiamento del pitch della voce in una “presa per il culo”, per citare lo stesso brano. La band piemontese azzecca l'introduzione alla prima traccia concreta, “Fake!”, che si potrebbe descrivere come la title-track. Un brano al limite del minimale, strutturalmente semplice, ma in grado di colpire in maniera diretta e violenta. Altra traccia da segnalare è la terza “Carriera Da Velina”, che riprende lo scottante tema delle ragazzine il cui unico scopo nella vita è quello di fare la showgirl, tanto caro al punk rock italiano. Prendendo spunto da eventi recenti, il testo pare quasi un racconto da telegiornale, semplicemente messo in musica, una musica molto allegra per di più. Il sarcasmo abbonda. Non manca il brano con forti influenze ska, “Rabbia Chiusa”, che spezza il filone in maniera elegante, per tornare a lidi più conosciuti con “Non Vorrei” e “2012”. Il resto si mantiene sulla stessa linea di pensiero, e col passare diventa sempre più divertente e sfocia nella goliardia pura di “Clitoride”, un altro pezzo da tenere in considerazione.

I Raggi Ultraviolenti tolgono la polvere ad un genere che di tanto in tanto ci regala delle perle come questo album. Considerando che è il debutto della band, c'è da sperare che questi quattro ragazzi riescano ad andare avanti così anche in futuro. Sono pochi gli album di questa fattura, dovrebbero essercene di più.



01. Intro
02. Fake!
03. Carriera Da Velina
04. Rabbia Chiusa
05. Non Vorrei
06. 2012
07. Dentro Il Parlamento
08. Fumo Negli Occhi
09. Skandre
10. La Mia Sbronza
11. Clitoride

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