A cercare di districarsi nello spleen della new wave of indie rock romana, in attesa del nuovo bacio di Klimt nel 1918 (torneranno mai?), ottimo è il ritorno dei Divenere con il secondo disco in carriera (preceduto dall’EP-antipasto “Your City Light On”). Non è un caso che venga tirata in ballo la band dei fratelli Soellner, visto che anche per i Divenere forte è l’intenzione di leggere la ieratica solennità della desolazione wave ‘80s in un mare di dolcezza shoegaze ‘90s, il tutto senza però rinunciare ad un senso di accattivante epicità pop ‘10s, in particolare nelle tastiere programmate su sferzanti solarità di ottoni.
Succede tutto lì, nell’intro strumentale che dà il suggestivo titolo al lavoro, poi “The Snow Out Of Her Apartment” si perde in quel senso di scolarità che il suggestivo titolo sottilmente sottintende. Pare proprio che i Divenere amino poco cercare di stuzzicare le nostre visceralità emotive, ed è un peccato, perché quando i ragazzi si abbandonano a questo “lusso”, magari prendendo come faro guida le armoniche dilatate ed il senso di placida meraviglia dei Giardini Di Mirò, i risultati sono a dir poco eccezionali (“Modern Star”, “You Start Fading”). Invece, il disco pare più ricercare ostinatamente una certa perfezione formale - enfatizzata da una produzione moderna e puntuale - che, tuttavia, non riesce ad incidersi nel cuore, per quanto groovy sia la sezione ritmica e cristalline le chitarre.
Ciò detto, il disco si lascia ascoltare volentieri, ma lascia quella fastidiosa sensazione di lavoro che sarebbe potuto riuscire molto meglio con un poco di sforzo in più; guarda caso, la stessa sensazione che rimane con un disco a caso dei Klimt 1918. Che sia Roma ad essere maledetta? Non lo sappiamo, ma volgiamo credere che qualcuno, prima o poi, riuscirà nell’impresa di reinventare due decenni di malinconia rock in modo stoico, definitivo ed inequivocabile. Attendiamo fiduciosi.