Vegetable G
Be EP

2012, Ala Bianca Records
Pop Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 05/11/12

Incontenibile ed incontinente fu la vena compositiva che attraversò i rinnovati Vegetable G in italiano, che a neanche un anno di distanza dallo scorso - capolavoro - “L’Almanacco Terrestre”, vengono a proporci un’appendice del volume principale.

Scritto in primavera per canzoni molto colorate ed estive, e distribuito unicamente in digitale, questo “Be” è un EP che ripropone quel senso di estatica meraviglia che è insito nel pop di questa band pugliese, lo stesso che ritrovi sia nel campi lunghi e nei rallenty dei loro splendidi video, che in quelle strutture armoniche dove tu, fan dei Bluvertigo che guardi con nostalgia la tua collezione di dischi di Battiato in attesa di andare ad un concerto dei Baustelle, ti crogioli con malsana soddisfazione. Ciò che, tuttavia, rende speciale questo EP è anche il non limitarsi ad essere mera riproposizione della musica dell’anno scorso, ma si avverte un certo desiderio di rock all’interno delle varie composizioni: sia che si tratti di inserire un brioso fingerpicking ed uno spleen shoegaze nell’ennesima riproposizione de “La Filastrocca Dei Nove Pianeti” (finalmente singolo!), che di un vento prog ‘70s che si insinua lascivamente nelle strutture pop psichedeliche ‘60s della marcia di “Dell’Amore Liberato” e dell’introduttiva “Beep”, la musica dei Vegetable G risulta rafforzata in ogni suo aspetto. Poi, un Giorgio Spada in odor di grazia lirico, che ti fa capire che la strada intrapresa con l’italiano nel post-“Calvino” è decisamente quella giusta, visto che ti sembra di stare a sentire una band nel Bar Sotto Il Mare di Benni in numerosi momenti.

“Be”, quindi, ha un ruolo decisamente più importante e strategico di quanto non appaia e di quanto non sarebbe consentibile ad un mero EP: non solo dimostra che la linea evolutiva della band è lungi dall’essere conclusa od esausta, ma ti fa anche capire che certe band hipsterosamente più blasonate stanno sbagliando decisamente tutto (ogni riferimento agli ultimi Amor Fou è decisamente intenzionale).

Lungi da noi il voler mettere fretta alla band, ma non vediamo l’ora di avere tra le orecchie il vero successore de “L’Almanacco Terreste”; nel mentre, compulsiva si fa la pressione dei tasti “Play” dei nostri lettori digitali su questo extra collaterale che, tuttavia, già possiede i tratti dell’imprescindibilità.




01. Beep 
02. Dell’Amore Liberato
03. I Fiori Di Babele
04. Io, Te E Il Sole
05. La Filastrocca Dei Nove Pianeti (Part II)

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