Soyuz
Back To The City

2012, Black Nutria
Punk Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 03/11/12

Torna sul mercato il power trio vicentino Soyuz con un secondo album - “Back To The City” - in cui meglio si definisce l’etichetta di “Post-punk” che si può cucire attorno alla band.

Prendete le melodie adolescenziali pre-boom del movimento emo di qualche anno fa, tanto ingenue quanto irresistibili, dei Blink-182, ma fate sì che poi esse non prendano la recente vena darkwave che la band di Happus & Soci ha infuso nell’attuale presente, quanto un più solido ed adulto rock. Se riuscite ad immaginare il percorso, allora avrete praticamente già in testa la musica che vi attende su questo disco, opera in cui a risaltare notevolmente sono le linee di chitarra del vocalist Mauro Poli, sempre frizzanti, vivaci e discretamente fantasiose, e basta ascoltare l’iniziale “Left Unsaid” per rendersene conto.

Per fortuna che è così, poiché il resto dell’album - degli elementi che lo costituiscono, si intende - non è che si distacca troppo dalla pacata gradevolezza di mestiere, risultando estremamente deficitaria in guizzi di personalità, quid unici e distintivi che possono far spiccare questo ritorno alla città della navicella del programma Soyuz un evento particolarmente significativo per chiunque non sia un aficionado convinto di certe sonorità. 

Se riuscite a leggere tutti i titoli della titletrack a destra senza alzare gli occhi al cielo neanche una sola volta, allora i Soyuz sapranno intrattenervi lungo i (stranamente) abbondanti 39 minuti di durata dell’opera. Altrimenti, passate oltre con ultraterrena tranquillità. 




01. Left Unsaid
02. Back To The City
03. Everything Is Clean
04. Becoming
05. Blind
06. I’ll Be Back
07. When I Look At You
08. Dead Cars And Broken Heart
09. Perfect Day
10. True Show, Fake Reality!
11. (Here Comes) The Rain
12. Calling

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