I Brahaman nascono tra il profondo sud della Sicilia e della Calabria, ma sarà Milano ad unire la band e consolidare il nome della formazione con la pubblicazione di due EP autoprodotti. Con “Anche Il Più Ottimista”, i nostri arrivano all’importante traguardo del debutto ufficiale sul mercato discografico, e lo fanno pure con un feautring assai importante: quello di Manuel Agnelli degli Afterhours, ospite alle voci in “Superbia”.
Che gli intrallazzi tra Afterhours e Brahaman non si limitino a questa collaborazione è chiaro ed insito nel registro musicale di questo “Il Rigore Eistenziale”. L’inciso, difatti, è un’opera perennemente in bilico sulla nostalgia dell’alternative rock made in Italy dei primi anni ’90, e basta ascoltare l’urgenza – magnificamente accentuata dallo sfruttamento di umori prog e noise insieme – dell’iniziale “92” per rendersene conto, poi il pezzo con l’Agnelli nazionale citato sopra fa il resto. A parte questo elemento, ciò che sicuramente caratterizza maggiormente l’opera è la predilezione, da parte dei Brahaman, di utilizzare gli strumenti a fiato in fase di arrangiamento, sia che si tratti di un’armonica (“I Film Di Francesco”, dedicata alla filmografia di Francesco Nutini) che di un clarinetto (“Urlo”).
Per quanto, tuttavia, gli sforzi della band siano evidenti, purtroppo la sensazione di deriva arriva sin troppo presto, già da “Impiegato Del Mese”, per cui l’operazione assume il mero ruolo di catalizzatore di nostalgia, ma con l’aggravante, piuttosto pesante, di una certa consistenza altalenante in sede di composizione, che rende i diversi brani solo funzionali, e non incisivi. Ne risulta un disco che anche il più ottimista dei fan degli Afterhours esiterebbe ad abbracciare con convinzione, continuando a preferire sempre gli originali. E non sarebbe troppo da biasimare…