The Little White Bunny
Hole

2011, Riff Records
Hardcore

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 02/10/12

Certo che, ad osservare la cover adesiva (!) di questo disco, con le parole “indie pop” urlate da ogni candido, soffice pelo di questo irresistibile roditore, ritrovarsi poi il tag “hardcore” nel definire il genere dell’opera deve essere un bel colpo, no? 

E’ chiaro che ai The Little White Bunny piaccia particolarmente la sottile arte del contrasto, con tutte le sue trappole insite. Perché parliamoci chiaro: non ci vuole niente ad inserire schizzi di flamenco in canzoni di tipica scuola hardcore punk americana o fraseggi melodici quasi r’n’b in mezzo a canzoni furiose al limite del metal, ma pochi sono in grado di farlo col giusto gusto della misura, con il tocco unico che ci vuole per rendere il tutto deliziosamente interessante, e non un minestrone indigesto senza capo né coda. Fa piacere scrivere che alla band di Bolzano, qui all’esordio, il piatto riesce particolarmente bene e con consistenza armoniosamente vellutata, con una contaminazione di genere sempre precisa e mai soverchiante, sia che si tratti di intense aperture melodiche su pianoforti suonati con uterina intensità e sregolatezza (“Game Over Is An Opinion”), che di incursioni elettroniche (“Masters Of The Universe”) o grunge (“L.O.V.E”).

Certo, magari il gioco ogni tanto richiama un po’ troppo i primi, autenticamente mattoidi, System Of A Down (“The Queen Of The Drag Queens”, “She Wants It”); certo, magari per la suite da 10 minuti finale i tempi sono ancora un poco acerbi (“Bedsores”, preceduta da “La Ricetta Del Buon Coniglio” – al salmì?), ma ciononostante “Hole” è un disco che sa catturare l’attenzione dell’ascoltatore lungo un roboante e sorprendente viaggio di oltre 50 minuti di durata, suonando al contempo simpatico ed accattivante, due aggettivi che stonano terribilmente su un’opera che si presuppone essere “hardcore” e cantata in un dualismo clean/screamo di stampo metalcore. Ciononostante, proprio per questo suo essere e non-essere, risulta vincente.

Non vi sono ulteriori ragioni per cui non si possa seguire questo Bianconiglio dentro la sua tana, sperando che ci porti, in futuro, in un ancora più roboante, meraviglioso e delirante Paese Delle Meraviglie. E, ragazzi: di qualsiasi tipo siano le carote di cui vi state nutrendo, non smettete di mangiarle troppo presto, mi raccomando!




01. Press The Right Button
02. Game Over Is An Opinion
03. Masters Of The Universe
04. Hummus
05. The Queen Of The Drag Queens
06. Pixels
07. She Wants It
08. L.O.V.E.
09. Use The Force
10. Hellvetica
11. Satan Is So Cute
12. La Ricetta Del Buon Coniglio
13. Bedsores

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