Amanda Palmer
Theatre Is Evil

2012, Cooking Vinyl
Indie

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 11/09/12

Per una donna che trova la quadratura del cerchio della propria visione artistica in una teatralità ostentata e soverchiante rispetto al proprio essere in musica (di chi stiamo parlando?), un’altra ritrova la ragione di esistere tra le note annunciando fiera che il teatro, la cosa in cui più aveva creduto sinora, è il male. Non lo avremmo mai creduto possibile, invece Amanda Palmer, con questo “Theater Is Evil” rinasce come la più fiera delle fenici dalle proprie ceneri artistiche (rappresentate dal disco di cover dei Radiohead con l’ukulele e da “Amanda Palmer Goes Down Under” – molto strano che la press note in nostro possesso non citi quest’opera nell’illustrare la biografia dell’artista…), e lo fa presentandoci un cumulo di novità davvero impressionanti.

Cominciamo dalla più ovvia: questo non è solo un disco di Amanda Palmer. La Nostra, difatti, ricordandosi di quanto bene fosse uscito il primo vagito solista, ricerca nuovamente la strada della collaborazione, ma non lo fa in maniera randomica, bensì costruendo una vera e propria band a supporto della sua musica, ovvero la The Grand Theft Orchestra, acronimo dietro al quale si nascondono Michael McQuilken, Chad Raines e Jherek Bischoff. Il risultato di questa collaborazione risalta immediatamente nell’arrangiamento electro, pesante e distorto, dell’iniziale “Smile (Pictures Or Didn’t Happen)” e prosegue nell’ossessione ‘80s che governa sia l’influenza wave della struggente “Grown Man Cry” e del singolo “Want It Back” (Wave + cantilena Amanda Palmer style = perfect single), che il rock più Hearts e Patti Smith-oriented (la scanzonata ed epica “Do It With A Rockstar”, “The Killing Type”). In pratica, rinnegando parzialmente se stessa, la Palmer trova nuovamente il modo di entrare con prepotenza nel cuore degli ascoltatori; diamine, Amanda arriva addirittura a silenziare completamente il suo adorato pianoforte in brani meravigliosamente power pop come “Melody Dean” o la conclusiva “Olly Olly Oxen Free”.

Non temano, tuttavia, i fan della prima guardia, perché se è pur vero che la veste è nuova e sgargiante, il corpo che la abita, in fondo in fondo, è ancora quello della stessa artista che hanno imparato ad amare e conoscere, e se questo è lampante in brani come “Trout Heart Replica” e “The Bed Song” (che paiono, col loro essere esclusivamente per piano, voce ed orchestra, delle outtakes di “Who Killed Amanda Palmer”), lo è più sottilmente nelle liriche, sempre sfrontate e sferzanti, o nell’intonazione selvaggia e sentita, nonché nella metrica indiavolata: in tutti questi elementi, la Amanda Palmer dei Dresden Dolls è chiaramente riconoscibile. Solo, con questa nuova virata pop rock-oriented, tutto ora è nuovamente luminoso ed emozionante, e non sterile pretesa artistica come era fino a solo l’anno scorso.

Un’unica precauzione, prima di lasciarvi all’ascolto di questo grandissimo – quanto inatteso – ritorno in grande stile: l’opera è sì opulenta, con burrosi ed entusiasmanti arrangiamenti di ottoni, orchestra e tastiere più o meno vintage, ma anche decisamente prolissa. Oltre 70, difatti, i muniti di durata complessiva, in pratica un doppio album, con tanto di intermezzo chiaramente identificabile in tracklist (“A Grand Theft Intermission”) e con un “lato B” leggermente sottotono – seppure di altissimo livello – rispetto ad un “lato A” decisamente più energico e convinto. E non è detto che tutto questo non possa procurare molto presto noia ai meno tenaci e devoti. Ciò detto, viene ribadita l’autentica sorpresa… meglio: il sollievo di veder tornare in splendida forma un’artista che ha già detto molto al mondo della musica, ma che, evidentemente, non ha detto ancora abbastanza.

Un applauso per te e per la tua nuova, meravigliosa band, Amanda. E basta cespugli ed ukulele, grazie.




01. Meow Meow (Introduces The Grand Theft Orchestra)
02. Smile (Pictures Or Didn’t Happen)
03. The Killing Type
04. Do It With A Rockstar
05. Want It Bakc
06. Grown Man Cry
07. Trout Heart Replica
08. A Grand Theft Intermission
09. Lost
10. Bottomfender
11. The Bed Song
12. Massachussetts Avenue
13. Melody Dean
14. Berlin
15. Olly Olly Oxen Free 

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