Recensione a cura di Matteo Ravasio
Il gipsy punk dei Gogol Bordello raggiunge forse con questo album il suo apice, e proprio qui inizia a trasformarsi in qualcosa di differente. In questo disco, infatti, è rimasto del punk l'approccio ai testi e al modo di suonare. Tuttavia i tratti propriamente punk (quelli che musicalmente contraddistinguono il genere) sono meno evidenti rispetto al lavoro precedente. Con questo disco si verifica (per così dire) un'inversione tra aggettivo e sostantivo: dal gipsy punk i Gogol Bordello passano ad un punk gipsy. Punk è il loro modo di interpretare un repertorio sempre più aperto alle influenze est-europee ed etniche in generale. Punk è la loro mancanza di riverenza nel mischiare senza troppi scrupoli generi e suoni differenti (con risultati spesso molto interessanti).
La principale novità musicale è suggerita dal titolo stesso. Due tracce del disco contengono infatti dei chiari riferimenti musicali alla tarantella. Le canzoni sono "Harem In Tuscany" e "Super Taranta", due tra i brani più riusciti del disco. Da questo punto di vista è da segnalare come il gruppo abbia saputo assorbire la tarantella nelle trame zigane che lo contraddistinguono. Lo stacco è spesso minimo, e non si ha mai l'impressione di una melodia semplicemente giustapposta al resto o inserita come capita.
Tra i punti deboli dell'album c'è un problema essenziale di ritmo. I Gogol Bordello rendono al meglio quando sono totalmente lanciati, nelle sfrenate tarantelle o nelle melodie al violino. Un album intero di melodie frenetiche diventa tuttavia poco digeribile, e l'inserimento di tracce più lente dovrebbe servire a dare al disco una dinamica interna, dovrebbe costruire una tensione che non lo renda piatto. Alcune tracce di questo tipo vi sono, come "Alcohol", una pacata e malinconica espressione di gratitudine verso gli alcolici ed il loro potere. Non si può però dire che nel complesso l'idea sia realizzata in modo adeguato: i Gogol Bordello restano una band da alto numero di giri, e devono ancora trovare la loro dimensione nei brani più lenti.
I brani più rilevanti sono sicuramente le due già menzionate tarantelle: la title-track, che evolve in una parte strumentale sfrenata e incontrollabile, ed "Harem in Tuscany", tra le canzoni meglio riuscite dell'album. Più classicamente est-europee sono invece le prime due tracce ("Ultimate" e "Wonderlust King") straordinarie per la loro forza trascinante e ricchezza strumentale. Forse proprio "Wonderlust King" può aggiudicarsi il titolo di miglior brano di un album in cui le canzoni buone non mancano.
Se i Gogol Bordello hanno con questo disco definitivamente preso la via di una fusione musicale punk, in cui generi differenti e influenze musicali da svariate parti del mondo si uniscono nel nome della confusione e follia lirica e musicale, allora si può sperare che a "Super Taranta!" facciano seguito lavori innovativi e non ripetitivi. Il repertorio da cui attingere è immenso, e questo gruppo ha dato prova di avere sufficiente creatività e impudenza da accettare la sfida.