Chaosweaver
Enter The Realm Of The Dopplegänger

2012, Napalm Records
Gothic/Black Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 15/08/12

Copiare a volte fa bene. Le formazioni emergenti si ispirano sempre a qualcuno di più famoso per creare la propria musica, ne copiano lo stile, il sound e a volte anche l'attitudine. A volte “barare” in questo modo giova alle band, perché permette loro di entrare in un mondo talvolta troppo ristretto, che altrimenti non permetterebbe di uscire dall'anonimato in cui si versa agli inizi della propria carriera. Ma continuare imperterriti a “copiare” l'altrui stile, una volta giunti al secondo full-length e a quasi dieci anni dall'inizio della propria carriera non giova per niente a nessuno. Questo è il problema maggiore di “Enter The Realm Of The Doppelgänger”, dei finlandesi Chaosweaver.


Si tratta del loro secondo album, giunto a quattro anni dal precedente “Puppetmaster Of Pandemonium”, discreto album di metal estremo estremamente melodico in stile Dimmu Borgir da cui i Nostri non si sono spostati più di tanto. La loro musica deve tanto ai norvegesi, anche se in alcuni punti si fa sentire maggiormente l'influenza dei Cradle Of Filth, al punto da rendere il sound abbastanza impersonale. Il materiale è di buona fattura, non si negano le capacità di songwriting, e di fatto “Enter The Realm Of The Doppelgänger” è un disco carino, ma troppo debitore nei confronti dei Dimmu Borgir di “Enthrone Darkness Triumpant”. Su alcuni passaggi di tastiera e pianoforte non si riesce quasi a distinguere le due band, e il vocalist cerca di imitare in tutto e per tutto le imprese di Shagrath, e ci riesce anche, copiandone palesemente il tono e il tipo di voce al punto che, se messi a cantare in duetto una canzone, parrebbe quasi che a urlare nel microfono fosse la stessa persona, e non due ben distinte.


Ispirarsi ad un album così famoso ha quindi giovato al quartetto, fornendogli basi molto solide su cui scrivere la propria musica, ma a pagarne lo scotto sono state la personalità e la possibilità di crearsi un sound proprio. Se il risultato finale è decisamente positivo e, da un mero punto di vista di giudizio, pienamente sufficiente, risulta anche difficile spendere ulteriori lodi per via di queste somiglianze troppo nette. Se i Chaosweaver avessero tentato di staccarsi dal solco inciso tanti anni fa dai Dimmu Borgir il risultato sarebbe stato nettamente migliore.





01. A Red Dawn Rises
02. Wings Of Chaos
03. Maelstrom Of Black Light
04. The Great Cosmic Serpent
05. Infected
06. Requiem For A Lost Universe
07. Crystal Blue
08. Repulsion
09. Ragnarok Sunset
10. Enter The Realm Of The Dopplegänger

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