Un disco intimo, soffuso, con la precisa volontà di cullare l’ascoltatore, grazie ad un abbraccio tra la classica ballata per chitarra acustica e gli elementi tipici del jazz, tra cui contrabbassi, spazzole sui rullanti della batteria, calde e placide note di pianoforte che si scontrano con lo sferzante urlo del sassofono.
Questo, sommariamente, è lo scheletro sonoro che anima “Il Primo Giorno”, esordio discografico de Il Silenzio Del Mare, opera di una band che ha Paolo Conte nel cuore, ed uno spirito indie nella mente che rimanda direttamente al piccolo folk italiano. E sarebbe tutto oltremodo affascinante, se solo gli elementi sonori non fossero mischiati con approssimazione e grossolanità. Non solo: purtroppo, anche a livello lirico l’opera soffre di ingenuità piuttosto evidenti, con il classico effetto di imbarazzo che nasce quando si studiano con attenzione le parole di una “Sognando” (un esempio tra i tanti, ma anche forse quello più emblematico, grazie all’autentico abuso della rima baciata).
Un peccato, perché qualcosa, nel fondo di questo quintetto, sopravvive; una certa capacità melodica, ad esempio, ed un senso accomodante conferito in genere dalla musica.
Ma è tutto davvero troppo poco per far sì che questo “primo giorno” sia qualcosa di autenticamente memorabile.